Diplomazia Macron in Africa per chiudere l'epoca della Françafrique

SDA

3.3.2023 - 21:39

Con la Francia in subbuglio alla vigilia delle barricate dei sindacati contro la riforma delle pensioni, il presidente Emmanuel Macron è in missione di quattro giorni in Africa. Un tour fitto di impegni, a tutta velocità attraverso il centro di quel continente dove la Francia è stata accusata nel postcolonialismo di approfittare di tutto il peso storico del suo passato.

Il Presidente dell'Angola Joao Lourenco (a destra) e il Presidente francese Emmanuel Macron si stringono la mano durante una cerimonia di benvenuto prima di un incontro al Palazzo Presidenziale di Luanda, Angola, 03 marzo 2023. Macron è impegnato in un tour di quattro nazioni che comprende Gabon, Angola, Repubblica del Congo e Repubblica Democratica del Congo.
Il Presidente dell'Angola Joao Lourenco (a destra) e il Presidente francese Emmanuel Macron si stringono la mano durante una cerimonia di benvenuto prima di un incontro al Palazzo Presidenziale di Luanda, Angola, 03 marzo 2023. Macron è impegnato in un tour di quattro nazioni che comprende Gabon, Angola, Repubblica del Congo e Repubblica Democratica del Congo.
KEYSTONE/EPA/AMPE ROGERIO

Keystone-SDA

«Adesso l'epoca della Françafrique è finita», ripete il capo dell'Eliseo alla ricerca di nuovi partner. Ma non è il benvenuto ovunque e domani lo aspetta la tappa più ostica, Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo.

La tournée africana di Macron, cominciata a Libreville, in Gabon, davanti alla comunità francese, è proseguita venerdì a Luanda, in Angola, poi a Brazzaville, in Congo.

Dovunque, il presidente ha assicurato che la Francia non pensa più di avere un ruolo speciale dovuto al suo passato, che quella che, strizzando l'occhio, i francesi indicavano come Françafrique, non c'è più.

«Le mentalità non evolvono allo stesso ritmo»

In Gabon, dove ha partecipato con il presidente Ali Bongo Ondimba all'One Forest Summit, primo vertice mondiale per la protezione delle foreste tropicali, Macron ha ribadito che «quell'epoca è finita, anche se – ha aggiunto – a volte ho l'impressione che le mentalità qui non evolvano al nostro stesso ritmo quando leggo, ascolto e vedo che si attribuiscono ancora alla Francia intenzioni che non ha più».

Al vertice, Macron ha però voluto dimostrare che la Francia resta – per i paesi africani francofoni – un Paese speciale: «Investiremo altri 100 milioni di euro (poco meno in franchi) mettendoli a disposizione dei paesi che vogliono accelerare la loro strategia di protezione delle riserve vitali di carbone e biodiversità», ha detto, sottolineando che Parigi contribuirà per metà a tale investimento perché vuole «rimettere il capitale naturale al centro delle nostre economie».

Una visita per placare gli animi

La missione è stata decisa proprio mentre la Francia si trova sempre più nel mirino delle proteste in alcune nazioni africane come il Mali o il Burkina Faso.

Per questo, lunedì a Parigi in preparazione del viaggio, Macron aveva predicato «umiltà» e incoraggiato una nuova partnership «equilibrata» e «responsabile» con il continente, oltre a una riduzione della presenza militare francese, da dieci anni concentrata nella lotta contro il jihadismo nel Sahel.

Un accordo in Angola

Nello scalo di venerdì in Angola, dove la Francia cerca nuove partnership e che in passato è stata più nell'orbita portoghese e inglese, Macron non ha soltanto ribadito il «new deal» di Parigi, ma ha firmato un accordo per lo sviluppo della filiera agricola.

Il presidente francese ha promesso il suo sostegno alla «strategia di sovranità alimentare» per il paese, che attualmente importa gran parte dei prodotti alimentari che consuma.

Nella seconda parte della giornata, passaggio a Brazzaville, dove Denis Sassou Nguesso guida con pugno di ferro il Congo da circa 40 anni e dove organizzazioni di difesa dei diritti umani hanno già invocato il sostegno della Francia. Hanno chiesto a Macron appoggio per la liberazione del generale Jean-Marie Michel Mokoko, ex capo di stato maggiore, e dell'ex ministro André Okombi Salissa, in carcere dal 2016.

In serata, suggestivo incontro con la comunità francese nella Casa de Gaulle, dove lo storico capo della Francia libera durante la Seconda Guerra mondiale aveva la sua residenza.

Sabato la tappa più difficile

Ultima tappa, sabato, tutta in salita per Macron: sarà infatti a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo, ex colonia belga e più grande paese francofono del mondo, guidato dal presidente Félix Tshisekedi, al potere dal 2019 e in procinto di ricandidarsi alle presidenziali di dicembre.

La Francia viene accusata di sostenere il Rwanda nella ribellione in corso nell'est contro Kinshasa. Una ventina di movimenti di protesta ripetono da giorni che Macron «non è il benvenuto» nel paese.