Francia Macron la spunta: l'uscente Braun-Pivet rieletta presidente del Parlamento

SDA

18.7.2024 - 21:59

La macroniana Yaël Braun-Pivet, presidente uscente dell'Assemblea Nazionale, è stata rieletta al terzo tentativo con 220 voti
La macroniana Yaël Braun-Pivet, presidente uscente dell'Assemblea Nazionale, è stata rieletta al terzo tentativo con 220 voti
KEYSTONE

A dieci giorni dalle elezioni legislative anticipate, volute da Macron dopo la sconfitta del suo partito alle europee, il capo di Stato vince il suo primo test: la macroniana Yaël Braun-Pivet, presidente uscente dell'Assemblea Nazionale, è stata rieletta al terzo tentativo con 220 voti, davanti al candidato del Nuovo Fronte Popolare André Chassaigne (207 voti) e al candidato del Rassemblement National Sébastien Chenu (141 voti).

Un'elezione che ha ribaltato il risultato del primo scrutinio nel quale risultava in vantaggio il candidato della sinistra e che è stato possibile dopo che è stata siglata un'intesa tra i deputati di centro-destra favorevoli a Macron e quelli della destra conservatrice.

E che sembra allontanare le chance di arrivare al potere al governo per il Nuovo Fronte Popolare nonostante sia il gruppo principale della Camera bassa francese ma senza una maggioranza netta.

La «legalità dello scrutinio» è stata subito messa in discussione da Lfi con Hadrien Clouet che ha sottolineato come il numero di ministri dimissionari che hanno votato sia superiore alla differenza di voti.

Il rivale di sinistra Chassaigne ha denunciato «un voto rubato» da «un'alleanza innaturale» tra i macroniani e la destra. Analoga la valutazione del candidato di Rn Chenu che parla di «una vittoria di furbizia» che non rispetta la volontà degli elettori.

«Dobbiamo andare d'accordo»

Ma per la presidente rieletta, «i messaggi inviati durante le elezioni legislative richiedono nuove soluzioni e nuovi metodi: dobbiamo andare d'accordo, cooperare, cercare il compromesso». Un'indicazione che allude anche alla più difficile partita del governo.

A Palais Bourbon si rincorrevano da diversi giorni le voci di un accordo tra la destra e il partito di Macron, con La Droite républicaine che avrebbe negoziato diverse posizioni chiave nell'Assemblea come prezzo del suo appoggio.

«Continuiamo con gli stessi! Che disprezzo per gli elettori!», dichiara su X Éric Ciotti, l'ex presidente dei Repubblicani passato con l'estrema destra di Le Pen e Bardella.

Nel giorno del voto, diverse centinaia di persone si sono riunite in Place de la République su appello del sindacato Cgt, con il dichiarato obiettivo di «mettere lAssemblée Nationale sotto sorveglianza» e chiedere il «rispetto» dell'esito elettorale del 7 luglio. Dietro alla battaglia per la presidenza dell'ex camera dei deputati, si giocano infatti tutti i futuri equilibri politici della République.

Il NFP incapace di proporre un candidato premier condiviso

Il Nfp, al primo posto domenica 7 luglio, davanti a macroniani e Rn, ma senza maggioranza chiara, è stato finora incapace di proporre un candidato premier condiviso, spaccandosi tra Insoumis e socialisti.

Oggi Olivier Faure si è appellato agli alleati per indire una votazione tra due personalità: Huguette Bello, presidente de La Réunion a cui si oppongono i socialisti e Laurence Tubiana, architetta dell'accordo sul clima di Parigi invisa agli Insoumis.

Intervistata dalla France Presse, quest'ultima, 73 anni, si è detta pronta a governare da premier, con l'ambizione di imporre misure di sinistra e rispondere all'«emergenza sociale».

Mentre il campo macroniano tenta di comporre a sua volta una maggioranza alternativa con la destra, gli esponenti del Rassemblement National denunciano un «pantano» parlamentare e si dicono sicuri che alla fine saranno loro ad arrivare al potere.

SDA