Gran Bretagna-Unione EuropeaMay: attuare Brexit o sarà catastrofe
ATS
14.1.2019 - 12:09
"Abbiamo il dovere di attuare" la Brexit" o sarà "catastrofico" per la democrazia. La premier britannica Theresa May alza ancora i toni alla vigilia del voto dei Comuni sulla ratifica del suo accordo di divorzio con Bruxelles.
"Cosa diremmo se avesse vinto Remain e il parlamento cercasse di portare fuori il Regno Unito dall'Ue?", si domanda la premier Tory in un discorso a Stoke-on-Trent, roccaforte pro-Leave al referendum del 2016. "La fiducia del popolo nel processo democratico e nei politici subirebbe un danno catastrofico".
May è attesa alla Camera dei Comuni per un ultimo intervento anticipato a oggi pomeriggio. E si tiene in tasca per l'ultimo appello di fronte ai deputati l'annuncio di una qualche rassicurazione ulteriore che - secondo la Bbc - ritiene di aver ricevuto a Bruxelles sulla transitorietà del cosiddetto backstop: il meccanismo di garanzia sul confine aperto fra Irlanda e Irlanda del Nord contestato da molti nella sua maggioranza, dove al momento il suo accordo rischia di essere travolto in base a diverse stime mediatiche dal no anche di un centinaio di deputati conservatori, oltre che dei dieci alleati unionisti nordirlandesi del Partito unionista democratico (Dup).
Di qui l'allarme della premier e il tentativo di coinvolgere l'opinione pubblica con il discorso oggi nelle fabbrica di Stoke-on-Trent, dopo l'articolo dai contenuti analoghi scritto ieri per il Sunday Express.
Theresa May Brasier è nata a Eastbourne, nel Regno Unito, il 1 ottobre 1956. Dal mese di luglio del 2016 è leader del partito conservatore inglese e primo ministro. Ha preso il posto di David Cameron, anch’egli conservatore, al 10 di Downing Street.Theresa May Brasier è nata a Eastbourne, nel Regno Unito, il 1 ottobre 1956. Dal mese di luglio del 2016 è leader del partito conservatore inglese e primo ministro. Ha preso il posto di David Cameron, anch’egli conservatore, al 10 di Downing Street.
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La sua ascesa politica legata di fatto al referendum che si è tenuto sul territorio britannico il 23 giugno 2016, con il quale i cittadini hanno chiesto di uscire dall’Unione europea. È proprio in seguito al voto, infatti, che Cameron si è dimesso, aprendo le porte dell’esecutivo a Theresa May.
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La leader della destra inglese, seguendo le indicazioni dell’elettorato, ha dunque preso le redini del governo avviando il processo di uscita dall’Ue, la cosiddetta Brexit. Un negoziato che però non appare semplice, sia per ragioni economiche, sia per il nodo rappresentato dalla frontiera in Irlanda del Nord.
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In questa immagine il primo ministro inglese tiene un discorso sulla questione dello sviluppo edilizio a Londra, il 5 marzo 2018.
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La formazione di Theresa May è da geografa. In passato, a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, la conservatrice ha lavorato presso Bank of England, la banca centrale inglese. Quindi è stata assunta per più di un decennio negli organismi britannici che si occupano di fisco.
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L’ingresso in politica arriva negli anni Novanta: nel 1997, dopo due tentativi non andati a buon fine, viene eletta per la prima alla Camera dei Comuni. È stata membro di diversi “governi ombra” (organizzati dall’opposizione per contrastare le politiche dell’esecutivo ufficiale) e presidente del partito conservatore dal 2002 al 2003.
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Nel governo Cameron è stata segretaria di Stato agli Affari interni (tra il 2010 e il 2016) e ministro delle Donne e delle Pari opportunità (tra il 2010 e il 2012).
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In questa foto è ritratta all’esterno del Parlamento di Londra, il 22 marzo 2018, in occasione di una cerimonia di commemorazione delle vittime dell’attacco terroristico avvenuto nella stessa giornata dell’anno precedente. Un cittadino britannico, Khalid Masood, ha investito con un veicolo dei pedoni sul Westminster Bridge, uccidendo cinque persone e ferendone almeno 45.
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Sempre il 22 marzo, Theresa May si è recata a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo, focalizzato – tra le altre cose - su temi economici e sulle questioni legate alla Brexit.
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In occasione della riunione in Belgio, sono state approvate delle linee guida che saranno utilizzate nel corso dei negoziati, con l’obiettivo di stabilire le nuove relazioni tra il Regno Unito e il resto dell’Europa. Per Theresa May ciò rappresenta uno dei primi passi di un cammino che si preannuncia lungo.
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