Guerra in Ucraina Miracolo a Mariupol: «Nessun morto nel teatro»

SDA

18.3.2022 - 20:12

La città di Mariupol è una delle più colpite in assoluto
La città di Mariupol è una delle più colpite in assoluto
Azov Battalion/AP/dpa

Nessuna vittima è stata trovata finora sotto le macerie del teatro-rifugio, diventato simbolo della resistenza della città martire nel sud-est dell'Ucraina assediata dalle forze russe, dove i combattimenti continuano ad avanzare, fino a raggiungere il centro.

18.3.2022 - 20:12

Il raid si era consumato mercoledì. L'edificio, dove si erano rifugiate oltre mille persone, prevalentemente donne e bambini, è rimasto semidistrutto e fra macerie e detriti per giorni si è temuto un bilancio shock, l'ennesima strage di civili.

Di stamattina l'ultimo appello direttamente del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che aveva parlato di 130 persone salvate e «altre centinaia ancora sotto le macerie», mentre le autorità locali segnalavano 1.300 rifugiati ancora nei sotterranei dell'edificio.

I soccorsi sono proseguiti anche sotto le bombe, fino a quelle parole che nessuno davvero si aspettava o sperava di leggere: «Stando a informazioni preliminari, non ci sono morti. Risulta invece esserci una persona gravemente ferita», ha scritto su Telegram il consiglio municipale di Mariupol.

Primo sospiro di sollievo

La corsa contro il tempo comunque continua e il timore che alla fine ci possano essere vittime resta. Ma questo inaspettato primo sospiro di sollievo fa sperare, con il tetro di Mariupol che si candida adesso anche a simbolo del ritorno alla vita.

Perché se sui tempi della fine del conflitto l'orizzonte resta molto poco chiaro, sia sul piano diplomatico che su quello militare, la strage che sembra per il momento sventata è già un ritorno alla speranza.

Una mano la darà anche l'Italia, con il ministro Dario Franceschini che ha subito offerto l'aiuto del nostro Paese per ricostruire l'edificio appena sarà possibile.

L'assedio arriva nel centro città

Prima di allora però a Mariupol si può morire ancora, a fronte tra l'altro di un livello di distruzione già quasi totale. Il sindaco della città ucraina sotto tiro, Vadym Boichenko, ha riferito che nelle scorse ore i combattimenti si sono spinti fino al centro urbano dopo tre settimane di bombe piovute dal cielo.

«Continua la battaglia con i tank e con le mitragliatrici. Tutti si nascondono nei bunker», ha raccontato Boichenko. La sua stima è che oltre l'80% degli edifici sia stato distrutto, e il 30% non potrà essere recuperato: «Non rimane niente del centro città – ha lamentato -, non resta neanche un piccolo pezzo della nostra città che non porti i segni terribili della guerra».

SDA