Guerra in Ucraina NATO: ancora armi a Kiev, ma non intervento diretto o no fly zone

SDA

16.3.2022 - 18:10

La Nato continuerà a fornire armi, assistenza finanziaria e umanitaria all'Ucraina ma esclude ogni intervento diretto nella guerra, compresa l'ormai tanto discussa no fly zone.
La Nato continuerà a fornire armi, assistenza finanziaria e umanitaria all'Ucraina ma esclude ogni intervento diretto nella guerra, compresa l'ormai tanto discussa no fly zone.
Keystone

La Nato continuerà a fornire armi, assistenza finanziaria e umanitaria all'Ucraina ma esclude ogni intervento diretto nella guerra, compresa l'ormai tanto discussa no fly zone.

Al termine della riunione straordinaria dei ministri della Difesa dell'Alleanza svoltasi a Bruxelles, il segretario generale Jens Stoltenberg ha comunque ribadito che «la Russia non deve avere dubbi sulla determinazione della Nato» a difendere fino all'ultimo centimetro del suo territorio da qualsiasi tipo di attacco.

I ministri hanno dato mandato ai comandi militari di mettere a punto piani per rafforzare la presenza di truppe e mezzi terrestri, navali e aerei sul fianco Est.

La commissaria Ue per gli affari interni Ylva Johansson, parlando all'Europarlamento, ha fatto il punto sui problemi umanitari causati dalla guerra. Le persone colpite in un modo o nell'altro dagli eventi bellici hanno ormai raggiunto i 13 milioni, due milioni sono gli sfollati all'interno del Paese e tre milioni sono gli ucraini che finora sono fuggiti verso Paesi dell'Unione europea.

Sempre da Bruxelles è stata annunciato che finalmente la rete elettrica dell'Ucraina, ma anche quella della Moldavia, è stata collegata a quella dell'Unione europea. Un segno tangibile della vicinanza dell'Ue, ha sottolineato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Sul fronte dei rapporti tra Russia e istituzioni istituzionali c'è poi da registrare la definitiva e immediata espulsione di Mosca dal Consiglio d'Europa – e conseguentemente dalla Corte per i diritti umani di Strasburgo – nonché la richiesta avanzata al Cremlino dalla Corte internazionale di giustizia dell'Onu all'Aja per sospendere immediatamente l'operazione militare avviata il 24 febbraio.