Scandali Nuova inchiesta dell'Fbi su Bannon e Guo Wengui

ATS

21.8.2020 - 19:56

Steve Bannon ieri poco dopo l'arresto.
Steve Bannon ieri poco dopo l'arresto.
Source: KEYSTONE/AP/Craig Ruttle

È l'uomo dai mille segreti, alcuni dei quali potrebbero venire in luce in una nuova inchiesta dell'Fbi e della Sec: Guo Wengui, il tycoon del cemento cinese sul cui megayacht è stato arrestato ieri Steve Bannon, sarebbe finito nel mirino delle due agenzie federali.

Questo per una nuova misteriosa società di media in cui è coinvolto proprio l'ex stratega di Donald Trump. L'inchiesta, di cui ha dato notizia il Wall Street Journal, riguarda un'offerta privata di azioni da 300 milioni di dollari per un nuovo GTV Media Group, di cui Bannon figura tra i direttori e Guo come consulente e fundraiser. I federali sono intervenuti dopo che individui ed entità che avevano contribuito all'operazione hanno cominciato a chiedere i soldi indietro, insospettiti per non aver mai ricevuto i documenti a certificazione dell'investimento.

Lo schema di GTV Media Group sembra simile a quello orchestrato per «We Build The Wall», la campagna da 25 milioni che ieri ha portato in galera Bannon e i suoi presunti complici, Brian Kolfage, Andrew Badolato e Timothy Shea. L'organizzazione aveva promesso che il 100% delle donazioni sarebbero servite a costruire una porzione del muro di Trump al confine con il Messico: erano finite invece a finanziare uno stile di vita extralusso a base di motoscafi da corsa, auto, chirurgia plastica e viaggi.

L'inchiesta su «We Build the Wall» fa capo alla procura di Manhattan: dopo gli arresti c'è chi si è chiesto se la rimozione del procuratore capo Geoffrey Berman all'inizio dell'estate fosse un maldestro e confuso tentativo per nascondere il ruolo giocato da persone nell'orbita di Trump nella frode a danno dei sostenitori del presidente.

Cresce intanto sui media l'interesse sulla figura di Guo: il cinese, che si fa chiamare a volte Miles Kwok, è un personaggio misterioso, crociato contro la corruzione della Cina comunista e al bando nel suo Paese, denunciato per spionaggio a favore di Pechino e malvisto da molti dissidenti, una dei quali lo ha accusato di ripetuti stupri.

Membro di Mar-a-Lago, il resort di Trump in Florida, e amico di Tony Blair, il tycoon vive a New York in un vasto appartamento al 18esimo piano dello Sherry-Netherland Hotel con vista su Central Park. Pechino ne chiede da anni l'estradizione per frode, finora evitata, secondo a quanto scriveva l'anno scorso il Miami Herald, dopo che il presidente ha appreso che era socio del suo esclusivo club.

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