In Afghanistan Ombre e atrocità delle Sas britanniche

SDA

12.7.2022 - 20:01

Royal Marines inglesi in azione.
Royal Marines inglesi in azione.
Keystone

Brutto colpo per le Sas britanniche, le unità delle forze speciali di Sua Maestà in Afghanistan: quest'ultime avrebbero ucciso decine di detenuti e uomini disarmati in circostanze tutte da chiarire.

Keystone-SDA

È quanto emerge da un'inchiesta della Bbc secondo cui rapporti militari indicano che uno dei gruppi di soldati potrebbe aver ucciso a sangue freddo 54 persone tra il 2010 e il 2011.

L'emittente sostiene inoltre che il generale Sir Mark Carleton-Smith, ex capo delle forze speciali britanniche, fu informato delle presunte uccisioni illegali ma non avrebbe trasmesso le prove alla Royal Military Police (Rmp), anche dopo che era stata aperta un'indagine per omicidio.

Carleton-Smith, che è diventato capo dell'esercito prima di dimettersi il mese scorso, si è rifiutato di rilasciare commenti. Mentre il ministero della Difesa di Londra ha dichiarato che le truppe britanniche «hanno servito con coraggio e professionalità in Afghanistan».

«Da noi nessuno può ignorare la legge»

Sulla vicenda è intervenuto anche il sottosegretario alle Forze armate James Heappey: «Qualsiasi nuova accusa sul comportamento delle Sas in Afghanistan sarà oggetto di indagine. Da noi nessuno, non importa quanto sia speciale, può ignorare la legge, e basta», ha detto al Commons Defense Committee.

«Eravamo a conoscenza di alcune delle accuse. Sono state fatte indagini, credo due volte, e in ogni occasione non hanno raggiunto la soglia probatoria. Ma, sia chiaro, se ci sono nuove accuse, nuove prove che vengono alla luce, saranno passate alla polizia e indagheremo assolutamente».

Tra le fonti dell'inchiesta giornalistica ci sono alcune persone che hanno prestato servizio con le forze speciali in quel periodo e hanno raccontato di aver assistito all'uccisione di persone disarmate da parte dei soldati durante raid notturni. Aggiungendo di essere stati testimoni dell'utilizzo delle cosiddette «armi a caduta»: kalashnikov AK-47 piazzati sulla scena per giustificare l'uccisione di una persona disarmata.

Le stesse fonti hanno affermato che i diversi team Sas erano in competizione tra loro per eseguire il maggior numero di uccisioni e che lo squadrone su cui la Bbc ha ottenuto la documentazione stava cercando di raggiungere un numero di morti più alto di quello che aveva sostituito.

«Vera preoccupazione»

Le email interne mostrano che gli ufficiali ai più alti livelli delle forze speciali erano consapevoli delle preoccupazioni su possibili omicidi, ma non hanno riferito i sospetti alla polizia militare.

Nonostante l'obbligo legale di farlo. Un alto ufficiale che lavorava al quartier generale delle Sas ha dichiarato che c'era «vera preoccupazione» per i rapporti dello squadrone: «Troppe persone venivano uccise durante i raid notturni e le spiegazioni non avevano senso», ha detto.

«Una volta che qualcuno è detenuto, non dovrebbe finire morto. Il fatto che si ripetesse in continuazione stava mettendo in allarme il quartier generale. All'epoca era chiaro che qualcosa non andava».

La Bbc ha analizzato centinaia di pagine di resoconti operativi della Sas, tra cui i rapporti relativi a più di una decina di operazioni cosiddette 'uccidi o cattura' condotte da un'unità nella provincia di Helmand.