«Ci sono le prove» Un'organizzazione russa trafuga tesori dall'Ucraina

SDA

12.6.2022 - 17:37

I furti si sono concentrati in particolare sull'oro della Scizia, l'antica regione euroasiatica tra il Mar Nero e il Kazakhstan, i cui manufatti raffigurano spesso animali.
I furti si sono concentrati in particolare sull'oro della Scizia, l'antica regione euroasiatica tra il Mar Nero e il Kazakhstan, i cui manufatti raffigurano spesso animali.
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Un'organizzazione specializzata sta sistematicamente trafugando preziosi manufatti storici fuori dall'Ucraina portandoli in Russia, secondo un team internazionale di accademici ed esperti di tecnologia digitale che sta monitorando i furti.

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«Ci sono prove molto rilevanti che si tratti di un'operazione russa intenzionale, con dipinti e ornamenti specifici presi di mira e portati in Russia», ha affermato Brian Daniels, un antropologo che lavora con archeologi, storici e specialisti di imaging digitale.

Da un laboratorio nello stato americano della Virginia, Daniels e i suoi colleghi hanno monitorato il saccheggio e la distruzione di obiettivi culturali dall'inizio dell'invasione e hanno individuato elementi ricorrenti in questi crimini.

Gli esperti hanno notato che i furti si sono concentrati in particolare sull'oro della Scizia, l'antica regione euroasiatica che si estendeva tra il Mar Nero e il Kazakhstan. Questi manufatti raffigurano spesso animali e sono «visivamente straordinari, e ora ci sono così tante segnalazioni di furti che è evidente che si tratta di una strategia», ha affermato Daniels. «Gli ucraini, ovviamente, sono anche molto desiderosi di stabilire un elenco degli oggetti rubati».

Daniels ha detto all'Observer che è difficile capire se i russi li rubino per il loro valore monetario o se gli oggetti siano stati scelti per il loro significato culturale. «C'è la possibilità che si voglia minare l'identità dell'Ucraina come paese affermando la legittima proprietà russa» di queste opere.

Il team ha anche notato che i furti avvengono dopo «minacciosi» interrogatori di curatori e custodi dei musei. «Siamo sempre più preoccupati per gli addetti dei musei e per il personale che ne garantisce la sicurezza, in particolare quando si trovano in territori sotto il controllo russo», ha aggiunto.