VaticanoIl Papa in Sud Sudan: «Le donne sono la chiave per trasformare il Paese»
SDA
4.2.2023 - 18:58
Il Papa ha incontrato a Giuba gli sfollati di diversi campi profughi in Sud Sudan, dove si sta consumando «una tragedia umanitaria». Francesco ha ringraziato la vice rappresentante speciale dell'Onu, Sara Beysolow Nyanti, che gli ha illustrato la situazione difficilissima che vive il più giovane Paese del mondo.
Keystone-SDA
04.02.2023, 18:58
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Durante l'incontro nella Freedom Hall, dove secondo le autorità locali hanno partecipato all'evento 2'500 persone, il Papa ha detto: «Qui perdura la più grande crisi di rifugiati del continente, con almeno quattro milioni di figli di questa terra sfollati, con l'insicurezza alimentare e la malnutrizione che colpiscono i due terzi della popolazione e con le previsioni che parlano di una tragedia umanitaria che può peggiorare ulteriormente».
Il Pontefice ha lanciato un appello anche in nome delle donne. «Le madri, le donne sono la chiave per trasformare il Paese: se riceveranno le giuste opportunità, attraverso la loro laboriosità e la loro attitudine a custodire la vita, avranno la capacità di cambiare il volto del Sud Sudan, di dargli uno sviluppo sereno e coeso! Ma prego tutti gli abitanti di queste terre di proteggere le donne».
La rappresentante dell'Onu ha ribadito: «È un'occasione importante per attirare l'attenzione del mondo sul Sud Sudan, in un momento in cui stanno emergendo simultaneamente numerose crisi umanitarie. Il contesto umanitario del Sud Sudan è preoccupante. Per oltre un decennio, il popolo sudanese ha subito conflitti, instabilità sociale e politica, cambiamenti climatici, violenza, sfollamenti, insicurezza alimentare, mancanza di opportunità di istruzione e di accesso ai sistemi sanitari».
La più grande crisi di rifugiati in Africa
Il Sud Sudan è al quarto posto nella lista di crisi degli sfollati più trascurati al mondo e rappresenta anche la più grande crisi di rifugiati in Africa. «Livelli estremi di incertezza alimentare e malnutrizione colpiscono due terzi della popolazione del Paese. Questa situazione rende il Sud Sudan una delle peggiori emergenze alimentari a livello globale. Si stima che nel 2023 circa otto milioni di persone – ha riferito la rappresentante dell'Onu – soffriranno a causa della crisi alimentare». C'è poi l'insicurezza, a causa della violenza e della criminalità.
Infine il dramma delle donne e delle ragazze: «Sono facili vittime di violenza sessuale – ha spiegato Sara Beysolow Nyanti – e rischiano di essere abusate mentre svolgono le attività quotidiane». Poi i bambini che rischiano ogni giorno «il rapimento, il reclutamento nei gruppi armati locali, o di essere vittime della tratta».
Negli ultimi anni diversi cataclismi
E come se non bastasse sul Paese si sono abbattuti negli ultimi anni anche dei cataclismi, in particolari alluvioni che hanno causato morte e distruzione, facendo passare il Paese da crisi in crisi.
Nel 2023, secondo le stime dell'Onu, gli operatori umanitari avranno bisogno di 1,7 miliardi di dollari per rispondere ai bisogni di 6,8 milioni di persone. «Data la mancanza di risorse, ogni giorno devono fare scelte difficili per dare priorità solo a coloro che hanno le necessità più urgenti. Questo processo decisionale è straziante, data la gravità della situazione e dei bisogni», ha detto al Papa la «voce» dell'Onu nel Paese.
Infine, il Sud Sudan è il contesto più pericoloso al mondo per gli operatori, seguito da Afghanistan e Siria. Nel 2022, sono stati segnalati oltre 390 incidenti contro il personale umanitario. In nove hanno perso la vita per aiutare questo Paese.