Estrema destraGénération Identitaire in piazza a Parigi: «No allo scioglimento»
SDA
20.2.2021 - 20:05
Centinaia di persone si sono radunate oggi pomeriggio a Parigi per protestare contro il previsto scioglimento del movimento di estrema destra Génération identitaire, una decisione duramente contestata anche dal Rassemblement National di Marine Le Pen.
«La decisione di sciogliere Génération identitaire non sta in piedi – ha protestato Patrick Hays, vicepresidente della nascitura Istituzione Jean-Marie Le Pen – nessuno ha mai violato la legge. Sono soltanto gesti politici».
Hays ha dichiarato che in piazza Denfert-Rochereau, a Parigi, erano presenti oggi 2.000 persone, ma mancano riscontri indipendenti. Imponente era lo schieramento delle forze dell'ordine. I manifestanti scandivano «On est chez nous» (siamo a casa nostra), diversi avevano il cappellino con la scritta «Make America Great Again» dei sostenitori di Donald Trump negli Stati Uniti.
Sul palco, sono stati «ringraziati» dagli oratori il polemista e animatore Eric Zemmour, l'ex deputata del Front National e nipote di Marine Le Pen, Marion Maréchal, per il loro sostegno. Il Rassemblement National non era rappresentato ufficialmente, nonostante avesse denunciato a riguardo, il 14 febbraio, che si trattava di una decisione «politica» e di «una pericolosa violazione delle libertà fondamentali».
Timori anche per una manifestazione di un centinaio di persone per una «risposta antifascista e sociale», con alcuni gilet gialli presenti: fra questi Jérôme Rodrigues, uno dei più noti, è stato anche fermato dalla polizia. Sciolto il raduno, non autorizzato, alcuni militanti hanno tentato di dirigersi verso la manifestazione di Génération Identitaire, ma sono stati bloccati dopo alcuni istanti di tensione.
Creata nel 2012, Génération identitaire, con sede a Lione, dichiara 2.800 aderenti anche se gliene vengono attribuiti dagli specialisti dei movimenti politici molti meno. Il suo scioglimento è stato annunciato dal ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, il 26 gennaio, dopo un'operazione antimigranti nei Pirenei dalla quale si era detto «scandalizzato». Il 13 febbraio, Darmanin ha annunciato di aver avviato lo scioglimento del gruppo, concedendo 10 giorni di tempo all'organizzazione per far valere le proprie ragioni.