Peste suina Peste suina, arrivano i ristori e un commissario per la gestione dell'emergenza

SDA

25.1.2022 - 22:41

Immagine d'illustrazione
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KEYSTONE

Un commissario straordinario per gestire l'emergenza e un pacchetto di ristori per le imprese che stanno subendo le conseguenze delle misure adottate contro la Peste suina africana, nella speranza di circoscrivere al più presto il fenomeno e riaprire un pezzo importante del territorio italiano.

25.1.2022 - 22:41

Sono le prossime mosse decise dal vertice che si è tenuto a Roma tra i ministri delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli e della Salute, Roberto Speranza, e i presidenti delle Regioni Liguria e Piemonte, Giovanni Toti e Alberto Cirio.

Le misure adottate giorni fa dal ministero della Salute per il contenimento della malattia in Piemonte e Liguria ed evitarne il passaggio dai cinghiali selvatici ai suini e ai cinghiali allevati, hanno infatti messo a dura prova le attività produttive e commerciali dei territori coinvolti.

Con l'accordo di oggi si sono volute quindi definire le modalità, gli ambiti e i criteri di distribuzione dei ristori per un ammontare di 35 milioni di euro. Entità che era stata definita dall'ultimo Decreto Ristori ter in cui erano state destinate risorse per complessivi 50 milioni di euro alla biosorveglianza e al sostegno alle imprese della filiera.

Ma la novità è la nomina di un Commissario straordinario interregionale per la gestione dell'emergenza: Angelo Ferrari, direttore dell'Istituto sperimentale Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. L'auspicio, commenta Filippo Gallinella, presidente della commissione Agricoltura «è che possa agire con risolutezza» e «senza indugio».

I territori coinvolti corrono ai ripari

Intanto i territori coinvolti corrono ai ripari. La regione Liguria ha chiesto oggi la sospensione dei pagamenti fiscali e previdenziali per le imprese della filiera dei Comuni della zona rossa, oltre alla rinegoziazione dei mutui. Il consiglio comunale di Genova ha deciso invece di costituire un tavolo permanente tra istituzioni locali e di valutare indennizzi per tutte le attività colpite.

Mentre il Piemonte prosegue il monitoraggio capillare per l'individuazione e la geo-referenziazione delle carcasse dei cinghiali deceduti. Sempre dal Piemonte arrivano le richieste di aiuto delle imprese: i divieti imposti dall'ordinanza ministeriale e da quelle firmate dalle Regioni per fermare il focolaio, sottolineano i consorzi di tutela del Salame Nobile del Giarolo e Terre Derthona-Strada del Vino e dei Sapori dei Colli Tortonesi (che rappresentano un territorio di 48 Comuni), rischiano di mettere ko l'economia dei paesi appenninici del Piemonte.

Per il Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali (Conaf) tuttavia non bastano le misure di prevenzione: serve una strategia unitaria assieme a misure di sostegno per debellare il virus. «È molto aggressivo – spiega Sabrina Diamanti, Presidente Conaf – poiché raggiunge livelli altissimi di mortalità degli animali malati (anche il 90%).

È capace di rimanere vitale anche fino a 100 giorni sopravvivendo all'interno dei salumi per alcuni mesi o resistendo alle alte temperature», ma «si può debellare, come avvenuto in Repubblica Ceca o in Belgio».

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