Elezioni presidenziali Plebiscito per al Sisi, a capo dell'Egitto fino al 2030

SDA

18.12.2023 - 22:18

Sullo sfondo di una crescente crisi economica, la guerra di Gaza alle porte e accuse sui diritti umani, Abdel Fattah al Sisi, ex generale dell'esercito e presidente dell'Egitto dal 2014, è stato riconfermato per un terzo mandato con una pioggia di voti, come ampiamente previsto.

Il capo dell'Autorità elettorale nazionale egiziana Hazem Badawy (tutto a destra) parla accanto a uno schermo che mostra il numero di voti per il presidente Abdel Fattah al-Sisi durante una conferenza stampa per annunciare i risultati delle elezioni presidenziali, al Cairo, Egitto, 18 dicembre 2023.
Il capo dell'Autorità elettorale nazionale egiziana Hazem Badawy (tutto a destra) parla accanto a uno schermo che mostra il numero di voti per il presidente Abdel Fattah al-Sisi durante una conferenza stampa per annunciare i risultati delle elezioni presidenziali, al Cairo, Egitto, 18 dicembre 2023.
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Quasi 40 milioni le schede a suo favore su 67 milioni di aventi diritto, pari all'89,6%, con un'affluenza record del 66,8%. Sarà alla guida dell'Egitto per altri 6 anni, fino al 2030. Le elezioni avrebbero dovuto svolgersi in aprile 2024, ma lo stesso Sisi ha voluto anticiparle per poter contare sul massimo consenso in questo momento di scelte difficili.

Minime le percentuali degli avversari: Hazem Omar ha preso il 4,5%, Farid Zahran il 4% e Abdel Sanad Yamama solo l'1,9%. Briciole guadagnate al termine di una campagna elettorale praticamente inesistente, con i soli ritratti di al Sisi affissi ovunque, al Cairo e nelle altre città.

Cosa ha detto nel suo primo discorso?

Sarà quindi il rais d'Egitto a decidere come affrontare il difficile futuro del Paese.

Nel suo primo discorso alla nazione dopo l'elezione, Sisi ha citato innanzitutto la guerra, una sfida – ha detto – che «rappresenta molto per la sicurezza nazionale egiziana e per la causa palestinese». «Il voto degli egiziani – ha aggiunto – è un voto per il mondo intero, per esprimere il rifiuto di questa guerra disumana», rispetto alla quale il presidente ha ribadito più volte la sua opposizione all'ingresso di rifugiati palestinesi.

I prezzi esplodono, fedelissimi ai posti chiave

Ma c'è preoccupazione tra la popolazione soprattutto per i prezzi che aumentano ogni giorno, con l'inflazione ai massimi e la svalutazione della moneta ai minimi, mentre il Fondo monetario internazionale non ha ancora concesso alcuni prestiti già concordati.

Lo zucchero è razionato ed è stata vietata l'esportazione di alcuni prodotti, compreso il riso e le cipolle. Il debito pubblico è enorme. Anche prima dell'attuale crisi economica, circa due terzi della popolazione egiziana, pari a quasi 106 milioni di abitanti, viveva in povertà.

Al Sisi, a questo proposito, ha elogiato «l'eroico cittadino egiziano che ha sopportato la riforma economica e i suoi effetti e ha affrontato le crisi con fermezza, consapevolezza e saggezza».

Nel discorso ha citato il progresso, la scienza, i giovani, le donne, i lavoratori. E l'esercito, a cui di fatto al Sisi non ha mai smesso di appartenere, mettendo suoi fedelissimi ufficiali a capo di importanti ministeri. E con i quali si appresta a compiere il suo terzo e ultimo mandato, secondo una Costituzione da lui riformata più volte in ragione della sua permanenza al potere.

Ma chi è al Sisi?

Nato il 19 novembre 1954 al Cairo, Sisi si è laureato all'accademia militare egiziana nel 1977. Ha studiato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, ed è diventato capo dell'intelligence militare sotto Hosni Mubarak.

Dopo le proteste della Primavera araba del 2011 che hanno portato alla cacciata di Mubarak, fu nominato da Mohammad Morsi, dei Fratelli Musulmani, ministro della Difesa e comandante in capo delle forze armate. Nel luglio 2013 Sisi rovesciò il potere di Morsi, ritirandosi poi dall'esercito per candidarsi alle elezioni nel 2014 e nel 2018, vinte con percentuali vicine al 100% dei voti.

Sotto di lui e dei suoi collaboratori più stretti, le autorità hanno messo a tacere tutte le forme di opposizione. Moltissimi i detenuti politici, secondo gli attivisti per i diritti umani quasi tutti in esilio. Mentre in Italia pesa ancora il caso Regeni.