In India Primo incontro Lavrov-Blinken al G20, gelo della Cina

SDA

2.3.2023 - 22:09

Fumata nera al G20, dove la Cina ha coperto le spalle all'alleato russo ancora una volta. Niente firma sulla dichiarazione in cui si chiede a Mosca di cessare le ostilità.

Questa combinazione di foto mostra il Segretario di Stato americano Antony Blinken, a destra, e il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, a sinistra, mentre partecipano alla riunione dei ministri degli Esteri del G20, rispettivamente a Nuova Delhi, in India, giovedì 2 marzo 2023.
Questa combinazione di foto mostra il Segretario di Stato americano Antony Blinken, a destra, e il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, a sinistra, mentre partecipano alla riunione dei ministri degli Esteri del G20, rispettivamente a Nuova Delhi, in India, giovedì 2 marzo 2023.
KEYSTONE/Olivier Douliery/Pool Photo via AP

2.3.2023 - 22:09

Pechino, dopo aver presentato nei giorni scorsi un suo piano di pace per l'Ucraina dai contenuti piuttosto fumosi e ambigui, al summit dei ministri degli Esteri in India ha fatto saltare la dichiarazione finale congiunta, rifiutandosi di firmare un documento in cui si chiedeva a Mosca di cessare le ostilità.

L'unico elemento di novità della giornata a New Delhi è stato il primo incontro non programmato tra Antony Blinken e Serghei Lavrov dall'inizio della guerra. Anche in quest'occasione, tuttavia, i capi delle diplomazie di Stati Uniti e Russia sono apparsi su distanze siderali. Con il russo che, tra le altre cose, ha accusato l'Occidente di «seppellire l'accordo sul grano».

Lavrov: «Una farsa»

Il G20 di quest'anno, nelle intenzioni della presidenza indiana, si sarebbe dovuto concentrare su temi come la riduzione della povertà e il riscaldamento globale, ma la guerra in Ucraina ha quasi eclissato gli altri punti all'ordine del giorno. Anche alla riunione dei ministri degli Esteri. Una «farsa», ha denunciato il russo Lavrov, che ha accusato l'Occidente di aver «sacrificato tutte le questioni che dovrebbero essere al centro dell'agenda per le sue ambizioni in Ucraina», facendo pressione sugli Stati neutrali per condannare la Russia.

E per questo, ha denunciato, è saltata la dichiarazione congiunta al termine dei lavori. Un nulla di fatto che, come al G20 economia, è stato provocato da «divergenze» sull'Ucraina «che non siamo riusciti a conciliare tra le varie parti», ha confermato il padrone di casa Subrahmanyam Jaishankar.

Decisivo il sostegno della Cina

Anche se, in questa partita, il ruolo decisivo è stato giocato da Pechino. Il ministro Qin Gang, rivolgendosi ai colleghi, ha ribadito che la Cina «è disposta ad avere un ruolo costruttivo» nella crisi e si è appellato al superamento delle «divisioni».

Poi però, quando si è trattato di condannare l'aggressione russa dell'Ucraina, Qin si è unito al collega Lavrov nel rifiuto di firmare la dichiarazione comune con la richiesta a Mosca di un «completo e incondizionato ritiro»: i due unici no tra i 20.

Blinken-Lavrov, l'incontro dura meno 10 minuti

Il ritiro dei russi è stato chiesto con forza dal segretario di Stato americano Antony Blinken. Che nella capitale indiana ha provato anche un approccio diretto con la controparte russa incontrando Lavrov margine dei lavori.

Nel breve faccia a faccia (durato meno di dieci minuti), Blinken ha messo soprattutto in chiaro che gli Stati Uniti sosterranno Kiev «per tutto il tempo necessario».

E quindi Mosca «deve mettere fine a questa aggressione ingiusta», senza scommettere sul fatto che gli ucraini, prima o poi, non avranno più sostegno economico militare dagli occidentali. Blinken ha poi lanciato un appello alla Russia perché riconsideri la scelta «irresponsabile» sul New Start e «rientri nell'accordo» sul controllo degli arsenali nucleari.

Si lavora sempre per una soluzione diplomatica

A Mosca il colloquio Lavrov-Blinken è stato liquidato come una questione di relativa importanza. «Si sono parlati, in piedi, a margine della seconda sessione del G20», ha puntualizzato la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova.

Mentre il viceministro degli Esteri Serghei Ryabkov, da Ginevra, accusava gli Stati Uniti di aver fornito un'assistenza decisiva a Kiev nei recenti attacchi contro droni in territorio russo.

Nonostante il muro della Russia i governi occidentali continuano comunque a lavorare per una soluzione diplomatica.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, atteso venerdì a Washington da Joe Biden, ha fatto sapere che «sono in corso discussioni con Kiev e altri partner sulle future garanzie di sicurezza per l'Ucraina» per una pace futura che sia realmente sostenibile per il Paese aggredito. 

SDA