Medio OrienteProteste pro-Gaza, occupato un edificio alla Columbia University
SDA
30.4.2024 - 21:18
Sale la tensione alla Columbia. Durante la notte, maschere e kefiah in testa, un gruppo di manifestanti pro-palestinesi ha sfidato l'ateneo occupando Hamilton Hall, uno dei principali edifici accademici del campus che nel 1968 divenne il simbolo della protesta anti-Vietnam. Dall'inizio delle proteste sono state arrestate oltre 1.100 persone.
30.04.2024, 21:18
30.04.2024, 21:29
SDA
Uno stendardo con su scritto ‹Intifada› e ‹Student Intifada›, la parola araba che significa ribellione, è stata appesa a una delle finestre dell'edificio.
Per tutta risposta l'università ha bloccato tutti gli accessi al campus, tranne quello della 116esima strada, e minacciato di espulsione gli studenti entrati con la forza a Hamilton Hall.
Solo gli allievi che risiedono in uno dei sette dormitori e il personale essenziale sono potuti oggi entrare o uscire dal cancello su Amsterdam Avenue.
È stata chiusa all'ultimo momento anche la Butler Library, la principale biblioteca del campus, nella settimana prima degli esami di fine anno accademico, con grave frustrazione di molti studenti.
La reazione del presidente Joe Biden
«L'occupazione di un edificio universitario è sbagliata», ha criticato gli ultimi sviluppi il presidente Joe Biden che poi, attraverso il portavoce Andrew Bates, ha condannato l'uso della parola intifada «così come le altre espressioni d'odio usate negli ultimi giorni».
Anche Donald Trump ha voluto dire la sua: paragonando le proteste pro-Gaza nelle università all'assalto al Capitol, l'ex presidente si è chiesto se gli studenti subiranno punizioni simili a quelle di chi è stato accusato per il 6 gennaio 2021.
Tensioni in altri atenei, ma in alcuni la protesta perde slancio
Ma non è solo alla Columbia che la tensione è in aumento: le autorità hanno chiuso il campus della Portland State University dopo che gli studenti avevano occupato una biblioteca, mentre la polizia ha effettuato arresti in California e North Carolina.
A New York gli agenti restano vigili, ma fuori dal campus: «Entreremo solo dietro specifica richiesta dell'università o per un pericolo immediato», ha detto uno dei più alti in grado del dipartimento, Jeffrey Maddrey.
Altrove invece le manifestazioni hanno perso slancio. La polizia ha sgomberato un edificio amministrativo occupato al California State Polytechnic University di Humboldt, mentre le tendopoli sul campus di Yale e della University of Pittsburgh sono state abbandonate senza incidenti.
Alla Columbia i professori non incolpano gli studenti
È la Columbia dunque a restare l'epicentro e il simbolo del movimento. L'occupazione di Hamilton Hall ha dato fastidio a numerosi professori che hanno dato la colpa all'ateneo, non agli studenti, per aver portato la crisi al punto di quasi rottura.
«Gli studenti sanno cos'è successo qui nel 1968», ha detto oggi Stephanie McCurry, una professoressa di storia. «Hamilton fu un luogo chiave e la reazione dell'amministrazione mi preoccupa».
Arrestate oltre 1.100 persone dall'inizio delle proteste
Oltre 1100 persone sono state arrestate dall'inizio delle proteste pro-Gaza nei campus americani. Gli arresti sono scattati il 18 aprile a Columbia (108 ragazzi in manette) e proseguiti in altri atenei, dalla California al New England.
Tra i fermi più recenti, 79 persone sono state ammanettate lunedì nel campus di Austin dell'Università del Texas dopo che 57 erano stati fermati la scorsa settimana.
Lunedì notte 17 manifestanti sono stati arrestati all'Università dello Utah dove una decina di tende sono state smontate e rimosse.
Un poliziotto è rimasto ferito e le autorità hanno confiscato un'ascia. Martedì mattina invece 25 ragazzi sono finiti al commissariato dopo aver occupato due edifici del Cal Poly a Humboldt sgomberati dalla polizia.