Guerra Un terzo dell'Ucraina al buio dopo gli attacchi russi

SDA

18.10.2022 - 20:46

Un terzo delle centrali elettriche fuori uso per i raid russi, con più di 1.100 località in tutta l'Ucraina ancora senza corrente. La capitale Kiev, per ore al buio, sotto una pioggia di droni kamikaze. E l'esercito di Mosca che, dopo più un mese sulla difensiva, minaccia di tornare all'attacco a partire dalla regione di Kharkiv, simbolo della disfatta di fine estate.

Keystone-SDA

A dieci giorni dalla nomina a comandante unico dell'offensiva da parte del Cremlino, la strategia della terra bruciata imposta dal «generale Armageddon» Serghei Surovikin colpisce sempre più duro i civili ucraini: un'impronta spietata ormai evidente, con l'obiettivo di fiaccare la resistenza della popolazione, mentre le truppe russe si riorganizzano.

«Un altro tipo di attacchi terroristici russi: prendere di mira le infrastrutture energetiche e critiche. Dal 10 ottobre, il 30% delle centrali elettriche ucraine è stato distrutto, causando massicci blackout in tutto il Paese» – da Kiev a Kryvyj Rih, da Kharkiv a Dnipro, circa quattromila insediamenti colpiti da blackout in 10 giorni – è il bilancio diffuso dal presidente Volodymyr Zelensky, secondo cui «non c'è più spazio per i negoziati con il regime di Putin».

Il margine per una trattativa tra i leader russo e ucraino, sempre ridottissimo, al momento è azzerato anche secondo il mediatore di punta della crisi, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, reduce dall'incontro della scorsa settimana ad Astana con lo zar, che ha definito un dialogo diretto «ora impossibile».

La regione di Kiev colpita dai raid

Intanto, il nuovo corso del conflitto ha definitivamente fatto ripiombare nel terrore anche la regione di Kiev, teatro della maggior parte dei 190 raid che in una settimana hanno provocato oltre 70 vittime e 240 feriti. Gli ultimi due morti nella capitale solo poche ore fa, quando è stato attaccato l'ennesimo impianto energetico della capitale ucraina, rimasta per ore al buio in diversi quartieri.

Le infrastrutture critiche restano l'obiettivo principale del martellamento di Mosca con missili, droni e artiglieria, facendo risuonare continui allarmi aerei in tutto il Paese.

Raid che sono stati duramente condannati dalla comunità internazionale, con i leader di Francia e Gran Bretagna, Emmanuel Macron e Liz Truss, che denunciano «attacchi barbari contro aree civili dell'Ucraina».

Kiev chiede altre armi

Sotto nuova pressione, l'Ucraina torna a invocare la consegna di armi a lungo raggio dall'Occidente e incassa dalla Nato la promessa di una consegna a giorni di sistemi di difesa contro i temibili droni iraniani Shahed.

Kiev intensifica il pressing anche su Israele, cui ha inviato una richiesta ufficiale per la fornitura di un sistema di difesa aereo.

«Se la politica di Israele consiste davvero nel contrastare costantemente le azioni distruttive dell'Iran, allora è tempo che si schieri apertamente con l'Ucraina», ha detto il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che al contempo ha proposto a Zelensky di interrompere le relazioni diplomatiche con Teheran, che vende armi a Mosca, missili compresi, ma ha sempre negato che vengano usate per l'offensiva.

Mosca si prepara a tornare all'attacco nella regione di Kharkiv

Sul terreno, intanto, le forze di Putin si preparano a rilanciare le operazioni militari nell'oblast di Kharkiv.

La Difesa di Mosca ha rivendicato di aver ripreso il controllo del villaggio di Gorobyevka, che sarebbe il primo a tornare in mani russe dopo la clamorosa ritirata di settembre.

Nella regione, ha denunciato Kiev, continuano i bombardamenti di infrastrutture energetiche, mentre missili lanciati dalla zona frontaliera di Belgorod hanno colpito un magazzino per gli aiuti umanitari.

Nessun movimento offensivo risulta invece al momento dalla Bielorussia, dove sono state dispiegate truppe congiunte di Mosca e Minsk. Queste forze, ha assicurato il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin, «non attaccheranno nessuno» perché la loro missione «è strettamente difensiva».