PRAGA
Otto milioni e mezzo di cittadini cechi sono chiamati domani e sabato alle urne per eleggere i 200 deputati del Parlamento, in una partita elettorale che sembra già decisa.
Il magnate Andrej Babis è in netto vantaggio, e sembra destinato a espugnare il Paese col movimento populista Ano 2011, "Azione del cittadino scontento". Una vittoria che però potrebbe anche non consegnargli il governo a Praga.
Il clima politico, in cui questo notissimo imprenditore potrebbe prendere il potere, infatti, non gli è favorevole: il possibile vincitore appare isolato. L'opposizione è riuscita a creare un muro 'bipartisan' contro di lui, temendo che in gioco ci sia la stessa democrazia.
Ex ministro delle finanze ed ex vicepremier dell'attuale governo, Babis in maggio s'è visto revocare il mandato da parte del premier, Bohuslav Sobotka, per i sospetti di frode fiscale in operazioni finanziarie compiute, secondo l'accusa, attraverso obbligazioni della sua holding "Agrofert".
Malgrado il successo delle sue argomentazioni populiste ed euroscettiche, nel suo Paese è inviso a molti per l'evidente conflitto d'interessi, e preoccupa la concentrazione di potere economico, mediatico e politico nelle sue mani. Ma anche per le accuse che lo riguardano e per il suo passato nella polizia comunista cecoslovacca Stb.
Fra decine di partiti e movimenti, 8 sigle - stando ai sondaggi - supererebbero la soglia del 5%, necessaria per entrare in Parlamento. 'Ano 2011' di Babis è ritenuto il favorito con un 25% di voti accreditati. Secondo gli esperti, non è certo che Babis riesca a trasformare l'eventuale vittoria in un governo di maggioranza o in un monocolore da lui guidato.
Per formare il governo, con molta probabilità, dovrà rivolgersi ad altri partiti, e trovare alleati non sarà facile.
Tornare alla home page