MOSCA
Il Cremlino non esclude misure di "rappresaglia" se le pressioni sui mass media russi negli Stati Uniti continueranno. Così il portavoce presidenziale Dmitri Peskov, che ha poi definito inaccettabili le provocazioni contenute nel disegno di legge ucraino sul Donbass.
Peskov ha poi ricordato che alcuni media russi sono stati esposti a "pressioni senza precedenti" che "ostacolano notevolmente il loro funzionamento in alcuni paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti". "Siamo certi che questa è una violazione della libertà di espressione e di stampa. Ci auguriamo che tale persecuzione contro le nostre testate, in particolare RT e Sputnik, non vengano ignorate". Peskov ha sottolineato che in caso contrario non si possono escludere "misure di rappresaglia" sulla base del "principio di reciprocità", indica l'agenzia di stampa russa Interfax.
Secondo il Cremlino, inoltre, Il disegno di legge ucraino sul Donbass è contrario agli accordi di Minsk e il fatto che la Russia sia chiamata "Paese aggressore" è "inaccettabile", ha ribadito Peskov. "Per quanto abbiamo capito, il disegno di legge è abbastanza perentorio, contiene un paragrafo in cui la Russia è chiamata 'Paese aggressore' e non c'è alcuna menzione agli accordi di Minsk. Dal punto di vista puramente giuridico, questa formulazione non può essere accettabile per noi né 'de jure' né 'de facto'", ha sottolineato il portavoce del Cremlino. Lo riporta l'agenzia russa Tass.
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