Russia-Usa Russiagate: Trump tentò evitare ricusazione Sessions

ATS

5.1.2018 - 07:07

Il presidente americano Donald Trump e Jeff Sessions (foto d'archivio)
Il presidente americano Donald Trump e Jeff Sessions (foto d'archivio)
SDA

Lo scorso marzo Donald Trump diede ordini di convincere l'attorney general Jeff Sessions a non ricusare se stesso nell'indagine del Dipartimento di Giustizia sulle possibili collusioni tra la campagna del tycoon e i russi.

Il tentativo fallì e Trump si adirò di fronte a numerosi dirigenti della Casa Bianca affermando che aveva bisogno di un attorney general che lo proteggesse.

L'ordine fu dato al capo dell'ufficio legale della Casa Bianca, Donald F. McGahn II, scrive il New York Times.

È uno degli episodi, rivela il giornale, che il procuratore speciale Robert Mueller ha appreso nel filone d'indagine sulla possibile ostruzione della giustizia da parte del tycoon. Davanti al suo staff Trump avrebbe detto che si aspettava che i suoi massimi dirigenti investigativi lo salvaguardassero nello stesso modo in cui credeva lo avesse fatto l'allora attorney general Robert Kennedy per suo fratello John ed Erid H. Holder jr per Barack Obama.

Tra gli altri episodi, una lettera indirizzata all'allora capo dell'Fbi James Comey in cui definiva il Russiagate una indagine "fabbricata e politicamente motivata" ma i suoi collaboratori lo trattennero dall'inviare quella missiva. Mueller avrebbe comunque dichiarazioni verificate, fatte da Comey in una serie di memo, su interazioni preoccupanti del presidente prima che lo licenziasse.

Il procuratore speciale avrebbe ricevuto inoltre dall'ex capo dello staff Reince Priebus note manoscritte attestanti che Trump gli parlò di una telefonata a Comey per sollecitarlo a dire pubblicamente che lui non era sotto indagine.

Mueller avrebbe esaminato anche il comunicato che il presidente dettò dall'Air Force One in risposta ad un articolo del Nyt sull'incontro alla Trump Tower tra il primogenito ed altri esponenti della campagna con emissari russi: secondo il libro "Fire and Fury" di Michael Wolff, gli avvocati di Trump ritenevano che quel comunicato fosse "un tentativo esplicito di gettare sabbia negli ingranaggi degli investigatori" e uno dei portavoce del tycoon si dimise perchè pensava fosse una ostruzione della giustizia.

La determinazione di Trump a licenziare Comey innervosì più di qualcuno nell'ufficio legale, tanto da indurre uno degli avvocati della Casa Bianca a nascondergli che poteva farlo anche senza alcun motivo, come emerso da un suo approfondimento.

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