Medio Oriente Sale la tensione tra USA e Iran, la portaerei Eisenhower punta allo stretto di Hormuz

SDA

17.11.2023 - 20:51

La portaerei a propulsione nucleare USS Dwight D. Eisenhower sul molo della stazione navale di Norfolk in Virginia nel 2016 (foto d'archivio).
La portaerei a propulsione nucleare USS Dwight D. Eisenhower sul molo della stazione navale di Norfolk in Virginia nel 2016 (foto d'archivio).
KEYSTONE

Una densa colonna di fumo nera si leva dalla base militare statunitense di Tell Baydar in Siria, colpita da razzi sparati da forze filoiraniane nella regione, mentre la sagoma minacciosa della portaerei americana USS Dwight D. Eisenhower si avvicina allo stretto di Hormuz, collo di bottiglia tra l'Oceano Indiano e il Golfo controllato in parte dall'Iran: sono due immagini esemplari provenienti dal Medio Oriente, dove il conflitto di Gaza si è di fatto già allargato.

Keystone-SDA

Nel giorno in cui il ministro degli esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha affermato di aver inviato messaggi agli Stati Uniti di non voler una guerra su ampia scala con i rivali americani, combattenti iracheni filoiraniani hanno lanciato razzi sulla base di Tell Baydar, nel nordest della Siria, vicina ad altre postazioni americane nel Paese arabo martoriato da più di dodici anni di guerra intestina e regionale.

Poche ore prima, l'aviazione di Israele aveva colpito alla periferia di Damasco presunti depositi degli Hezbollah libanesi, anch'essi alleati dell'Iran, uccidendo almeno due miliziani, entrambi di nazionalità non siriana.

Su questo il ministro degli esteri siriano Faysal Miqdad, che rappresenta un potere sostenuto militarmente e politicamente sia dalla Russia che dall'Iran, ha messo in guardia Israele dallo «spingersi troppo lontano con i suoi attacchi sul suolo siriano».

In serata, non meglio identificati uomini armati hanno lanciato ordigni contro la base Imam Ali dei pasdaran iraniani, il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, nel distretto siriano di Abukamal, al confine con l'Iraq. L'Iran assicura di non avere suoi uomini dispiegati in questo angolo di territorio tra Siria e Iraq.

La portaerei Eisenhower si avvicina a Hormuz

Ma oltre l'Iraq e il Golfo, nei pressi di Hormuz si è avvicinata la portaerei americana Eisenhower. Sono tre anni che una portaerei statunitense non entrava in quelle acque, lambendo le coste dell'Iran.

Un eventuale attraversamento dello stretto da parte della Eisenhower, assieme alla presenza nel Mediterraneo orientale di altre navi da guerra statunitensi, potrebbe costituire un precedente esplosivo nell'attuale contesto di tensione.

«Crediamo che il dispiegamento di portaerei statunitensi nella regione non costituisca un punto di forza per gli Stati Uniti. Crediamo invece che ciò li renda più esposti a possibili attacchi», ha avvertito il capo della diplomazia iraniana. Lo stesso ministro ha però assicurato di aver dato garanzie agli Stati Uniti che «l'Iran non vuole che la guerra si allarghi».

Eppure, ha aggiunto, «visto l'approccio adottato dagli Stati Uniti e da Israele nell'area, se i crimini contro la popolazione di Gaza e della Cisgiordania non si fermano, allora ogni possibilità potrebbe essere considerata, e un conflitto più ampio potrebbe rivelarsi inevitabile».

Teheran «farà tutto il necessario per questa storica battaglia»

Solo poche ore fa il generale iraniano Esmail Qaani, a capo della Brigata Qods dei pasdaran, aveva inviato una «lettera aperta» ai combattenti di Hamas e a quelli di Hezbollah affermando che Teheran «farà tutto il necessario per questa storica battaglia» e che il cosiddetto Asse della resistenza, in riferimento all'alleanza tra Iran e gli altri gruppi armati anti-israeliani, «non permetterà al nemico di raggiungere i suoi obiettivi in Palestina e, in particolare, nella Striscia di Gaza».

Per tutta la giornata sono continuati intensi gli scambi di fuoco tra gli Hezbollah libanesi e l'esercito israeliano. E media di Beirut, capitale del Libano, hanno riferito dell'uso da parte di Israele di bombe al fosforo, vietate dal diritto internazionale in aree abitate da civili, lungo la fascia di territorio libanese più prossima alla linea del fronte.