Gran Bretagna Scherza sulla droga dello stupro, è bufera sul ministro Cleverly

SDA

27.12.2023 - 19:04

«Un po' di Rohypnol nel suo drink ogni sera non è del tutto illegale, se è solo un po'». Queste le squallide parole pronunciate dal ministro britannico James Cleverly (foto d'archivio).
«Un po' di Rohypnol nel suo drink ogni sera non è del tutto illegale, se è solo un po'». Queste le squallide parole pronunciate dal ministro britannico James Cleverly (foto d'archivio).
KEYSTONE

Il segreto di un matrimonio lungo? «Assicurarsi che la moglie sia sempre un po' sedata, in modo che non possa mai rendersi conto che ci sono uomini migliori là fuori». Perché in fondo, «un po' di Rohypnol», la più diffusa droga dello stupro, «nel suo drink ogni sera non è del tutto illegale, se è solo un po'».

Keystone-SDA

Parole già gravissime, e di uno squallore estremo. Ma che pronunciate da un ministro del Regno Unito tra le storiche sale del numero 10 di Downing Street ne fanno un caso politico e uno scandalo per l'opinione pubblica britannica e non solo, mentre il mondo tenta faticosamente di affrancarsi dalla piaga della violenza di genere. E rischiano di affossare ulteriormente i Tory già in crisi nera di consensi.

A rivelare le dichiarazioni di James Cleverly, pronunciate a un ricevimento nella residenza del premier Rishi Sunak, è stato il «Mirror», provocando un'ondata di critiche e richieste di dimissioni per il ministro che ha deciso per assurdo di scherzare sulla droga dello stupro solo poche ore dopo aver annunciato un giro di vite sulla crescente diffusione di questo crimine, detto in inglese «spiking». Nei 12 mesi fino a maggio, nel Regno Unito sono stati infatti denunciati quasi 6.800 reati in cui è stata usata questa sostanza.

Uno «scherzo ironico»

Il portavoce di Cleverly ha derubricato i commenti a «scherzo ironico» in una conversazione privata, del quale comunque il ministro si scusava. Ma non è bastato ad evitare le polemiche, alimentate anche dalla decisione del premier di non prendere alcun provvedimento nei confronti del suo capo degli interni, poiché «considera la questione chiusa».

Secondo il ministro ombra dell'Interno Yvette Cooper, «è davvero incredibile che il ministro dell'Interno abbia fatto battute così spaventose proprio lo stesso giorno in cui il governo ha annunciato una nuova stretta contro lo spiking. Ciò suggerisce che, pur essendo il ministro responsabile della lotta alla violenza contro le donne e le ragazze, non capisce quanto sia grave questa situazione».

«È fondamentale che le sopravvissute allo spiking vedano i ministri trattare seriamente l'argomento e non minimizzarlo», ha commentato la ONG che assiste le donne vittime di abusi Women's Aid, mentre un'altra organizzazione, la Fawcett Society, ha invitato Cleverly a dimettersi: «Come possiamo fidarci di lui per affrontare seriamente la violenza contro donne e ragazze? È disgustoso che il ministro incaricato di garantire la sicurezza delle donne pensi che qualcosa di così terrificante come drogare le donne sia una cosa da ridere».

Un'uscita che affonda ulteriormente i Tory

Cleverly non è nuovo a gaffe imbarazzanti. Solo a novembre il ministro si è reso protagonista di una polemica per un intervento volgarissimo pronunciato alla Camera dei Comuni, in cui è stato accusato di aver definito «shithole» (un cesso) la cittadina inglese di Stockton. Lui si è difeso sostenendo di essere stato frainteso, e di aver detto in realtà «shit» (merda) al deputato laburista Alex Cunningham.

In ogni caso parole molto meno gravi dell'ultima uscita fuori luogo che affonda ulteriormente i Tory in emorragia di consensi a favore dei Labour, mentre gli appuntamenti elettorali del 2024 si avvicinano.

Nel voto – previsto al più tardi in autunno – i conservatori rischiano infatti la debacle, con i sondaggi che da tempo prevedono una sconfitta schiacciante e raccontano di un distacco stratosferico dal partito laburista, mentre nel 2023 i conservatori non sono mai riusciti a superare il 29%: se il dato si confermasse nelle urne, sarebbe il loro risultato peggiore di sempre.