Assalto al parlamentoScontri nelle Isole Salomone, assaltata Chinatown
SDA
25.11.2021 - 21:15
Isole Salomone nel caos dopo il tentato assalto di ieri, mercoledì, al parlamento. Migliaia di manifestanti che chiedono le dimissioni del premier Manasseh Sogavare sono scesi in strada anche oggi sfidando il coprifuoco e incendiando scuole, banche, uffici e stazioni di polizia.
25.11.2021, 21:15
25.11.2021, 21:32
SDA
Sempre nella capitale Honiara la folla ha attaccato anche Chinatown, dove sono state danneggiate molte imprese cinesi e saccheggiati i negozi.
La polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti in gran parte provenienti dalla vicina isola di Malaita che da tempo lamenta incuria e marginalizzazione da parte del governo centrale e si è anche fortemente opposta al rovesciamento delle alleanze del primo ministro Sogavare, che nel 2019 ha sospeso le relazioni diplomatiche con Taiwan per rivolgersi verso Pechino.
Al contrario i leader di Malaita, la più popolosa delle isole, mantengono ancora i contatti con Taiwan e ricevono enormi aiuti da Taipei e Washington. Il premier della provincia Daniel Suidani ha accusato Sogaware di essere al soldo di Pechino sostenendo che ha «elevato l'interesse degli stranieri al di sopra di quelli delle Isole Salomone».
E sulla crisi nell'arcipelago del Pacifico è intervenuta la Cina che ha espresso «grande preoccupazione» per i disordini e la sicurezza della Chinatown e della comunità cinese. «Chiediamo al governo delle isole di adottare tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini cinesi e delle realtà cinesi», ha detto ai giornalisti il portavoce del ministero degli esteri di Pechino Zhao Lijian.
Il premier Sogaware, da parte sua, ha rassicurato: «i responsabili saranno assicurati alla giustizia (...) nessuno è al di sopra della legge, queste persone dovranno affrontare le conseguenze delle loro azioni». Ha quindi aggiunto che il coprifuoco di «36 ore consentirà alle forze dell'ordine di indagare a fondo sugli autori degli eventi di oggi e di prevenire ulteriori distruzioni illegali di proprietà».
Intanto il primo ministro australiano Scott Morrison ha annunciato l'invio di forze militari e di peacekeeping.