Elezioni legislative Siria al voto, così il presidente Assad spera nella normalizzazione

SDA

15.7.2024 - 19:24

I manifestanti gridano slogan e marciano durante una protesta contro la Turchia e la Coalizione nazionale delle forze rivoluzionarie e di opposizione siriane per la riconciliazione e la normalizzazione con Il regime del presidente siriano Bashar al-Assad, ad Azaz a nord di Aleppo.
I manifestanti gridano slogan e marciano durante una protesta contro la Turchia e la Coalizione nazionale delle forze rivoluzionarie e di opposizione siriane per la riconciliazione e la normalizzazione con Il regime del presidente siriano Bashar al-Assad, ad Azaz a nord di Aleppo.
KEYSTONE

Dalle urne delle elezioni svoltesi nella martoriata Siria per il rinnovo del parlamento, dominato dal partito del presidente Bashar al Assad, usciranno risultati tanto scontati quanto utili allo stesso raìs di Damasco: per consolidare la sua posizione istituzionale in patria e per tentare di accelerare il processo di normalizzazione dei rapporti con la Turchia e alcuni Paesi dell'Unione Europea.

Per tutta la giornata gli oltre 8'000 seggi elettorali sono stati aperti in gran parte delle città del Paese, afflitto dalle conseguenze di più di 13 anni di guerra intestina e regionale e dagli effetti della peggiore crisi economica della sua storia. Ma le forze governative, da decenni alleate di Russia e Iran, non controllano tutto il Paese.

Non si è votato infatti nelle regioni del nord-est e nell'est, ricche di petrolio e in mano da più di un decennio all'ala locale del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) sostenuto dagli Stati Uniti, che mantengono truppe nell'area.

Né si è votato nelle turbolente regioni del nord-ovest, dove è presente l'esercito turco e dove Ankara esercita un'influenza diretta sulla variegata coalizione di forze armate qaidiste locali e straniere.

Nel resto della Siria le operazioni di voto si sono svolte senza particolari tensioni, tranne che nella regione meridionale di Suwayda, al confine con la Giordania e dove da circa un anno le elite locali druse cavalcano il malcontento locale, acuito dagli effetti delle sanzioni economiche occidentali, per ottenere da Damasco maggiori benefici e poteri in chiave autonomista.

Il partito al potere otterrà la maggioranza di seggi

Nonostante questi limiti imposti dalle contingenze legate al conflitto e alla crisi economica, le elezioni legislative in Siria si svolgono per la quarta volta consecutiva dal 2011, anno dello scoppio delle violenze armate.

E come accade da decenni, la legge elettorale prevede che il partito al potere da più di mezzo secolo ottenga la stragrande maggioranza dei seggi, sfiorando quota 170 seggi sui 250 totali.

A questi vanno aggiunti quelli delle formazioni satelliti del Baath, che potrà dunque contare su un numero sufficiente di seggi per approvare senza intralci il tanto atteso emendamento costituzionale.

Questo consentirebbe ad Assad, in carica da 24 anni, di esser rieletto alle prossime presidenziali del 2028, e di rimanere dunque formalmente a capo dello Stato per l'ennesimo mandato settennale.

Assicurare stabilità e sicurezza sul territorio siriano

Sul piano regionale, il raìs intende mostrare all'estero queste elezioni come parte di un processo istituzionale che garantisce stabilità al suo potere. E questo alla luce dei negoziati in corso, sopra e sotto il tavolo, tra Damasco e la Turchia con la mediazione della Russia, e tra Damasco e alcuni Paesi dell'Ue.

Nelle scorse settimane, Cipro e gran parte dei Paesi dell'Europa centrale, da dieci anni in prima linea nella gestione dei flussi migratori dal Medio Oriente e lungo la tratta balcanica, hanno discusso come poter normalizzare i rapporti con Damasco per consentire un rientro massiccio di milioni di profughi siriani fuggiti negli anni fuori dal Paese.

Alla base di queste trattative, ancora tutte da definire, c'è però la richiesta al governo siriano di assicurare stabilità e sicurezza sul suo territorio. Le elezioni legislative, in questo senso, sono uno dei tasselli formali per mostrare Assad in grado di mantenere il controllo delle regioni più popolate della Siria.