La denuncia di Amnesty «Decine di profughi tornati in Siria vittime di torture e abusi»

SDA

7.9.2021 - 11:25

I servizi di sicurezza di Bashar al-Assad hanno sottoposto torture e stupri decine di profughi siriani rientrati nel proprio Paese. Lo denuncia Amnesty International, invitando i Paesi che ospitano i rifugiati siriani ad evitare un loro un ritorno in Siria.
I servizi di sicurezza di Bashar al-Assad hanno sottoposto torture e stupri decine di profughi siriani rientrati nel proprio Paese. Lo denuncia Amnesty International, invitando i Paesi che ospitano i rifugiati siriani ad evitare un loro un ritorno in Siria.
Keystone

Torture, stupri, arresti arbitrari: decine di profughi siriani che sono rientrati nel proprio Paese sono stati vittime di abusi perpetrati dai servizi di sicurezza del regime di Bashar al-Assad. La denuncia viene da un nuovo rapporto di Amnesty International.

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Di conseguenza l'Ong che invita i Paesi che ospitano i rifugiati siriani ad evitare loro un ritorno «forzato» in Siria.

Il rapporto di «orribili violazioni» perpetrate contro 66 rifugiati – tra cui 13 bambini – rientrati nel loro Paese tra il 2017 e la primavera del 2021. I servizi di sicurezza «hanno sottoposto donne, bambini e uomini (...) a detenzioni illegali e arbitrarie, torture e altri maltrattamenti, in particolare stupri e violenze sessuali», a volte contro i bambini, sintetizza Amnesty International.

Nel rapporto dal titolo «Stai andando verso la tua morte» si afferma che cinque persone sarebbero decedute in prigione in circostanze non chiare mentre non si conosce la sorte di altre 17, vittime di sparizioni forzate. Amnesty fa poi riferimento anche a «14 casi di violenza sessuale perpetrati dalle forze dell'ordine, tra cui sette stupri commessi contro cinque donne, un adolescente e una bambina di cinque anni».

Secondo l'ong, questi profughi sono accusati di «tradimento» o «terrorismo» dai loro aguzzini, secondo la terminologia del regime che non distingue tra oppositori politici, ribelli armati e jihadisti.

Tra i casi documentati da Amnesty, alcuni riguardano rifugiati provenienti da Francia, Germania, Turchia, Giordania o Emirati Arabi Uniti.