Tensioni tra i due PaesiLa Spagna ritira la sua ambasciatrice dall'Argentina
SDA
21.5.2024 - 14:48
«Non si è prodotto nessun cambio delle dichiarazioni del presidente argentino Milei, pertanto vi annuncio che Madrid ritira l'ambasciatrice dall'Argentina». Lo ha detto il ministro degli esteri spagnolo José Manuel Albares dopo la riunione del Consiglio dei ministri.
21.05.2024, 14:48
21.05.2024, 14:58
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Milei domenica aveva definito «corrotta» la moglie del premier Pedro Sanchez.
«L'ambasciatrice resterà definitivamente a Madrid, Buenos Aires resta senza», ha precisato in conferenza stampa il capo della diplomazia spagnola che domenica aveva richiamato la responsabile della missione diplomatica spagnola in Argentina.
E ieri, come secondo passaggio, aveva consultato l'ambasciatore argentino in Spagna, Roberto Bosh, per esigere formalmente le «scuse pubbliche» del presidente argentino Javier Milei, dopo le accuse al governo spagnolo di essere «una razza aggrappata al potere» e alla moglie del premier Pedro Sanchez, Begoña Gomez, di essere «una corrotta». In mancanza di tali scuse, Albares aveva annunciato lunedì «conseguenze».
È stato ieri lo stesso presidente del governo Sanchez a reclamare direttamente a Milei «una rettifica pubblica»: «Fra governi gli affetti sono liberi, ma il rispetto è irrinunciabile», il monito di Sanchez, che aveva annunciato una risposta «all'altezza della dignità della democrazia spagnola».
La rettifica della Casa Rosata non solo non c'è stata, ma Javier Milei, in un'intervista ieri sera alla tv argentina Todo Noticias ha assicurato che non chiederà scusa «da nessun punto di vista» a Pedro Sanchez, ritenendo di essere lui «l'aggredito».
«Non chiederò scusa in nessun caso, se sono stato io l'aggredito. Oggi in tutto il mondo si parla dei casi di corruzione della moglie per traffico di influenze e hanno anche fatto pressione sul su giudice, lui è coinvolto...», ha dichiarato Milei in tv, riferendosi a Sanchez e alla consorte, pur senza farne i nomi.
Ha tuttavia sostenuto di essere «vittima da mesi di insulti», da parte di esponenti dell'esecutivo spagnolo. Ma allo stesso tempo il presidente argentino aveva assicurato che le relazioni diplomatiche fra i due paesi non erano a rischio, per l'esistenza di «un vincolo che nessuno più rompere».
«Siamo davanti a un caso unico nelle relazioni diplomatiche. Non esistono precedenti che un capo di governo arrivi nella capitale di un paese per insultare e fare ingerenza negli affari interni», ha spiegato il ministro Albares nella conferenza stampa successiva al Consiglio dei ministri. «Si possono discutere le posizioni ideologiche o politiche, ma il rispetto fra istituzioni, governi e popoli sono indiscutibili», ha sottolineato.
«Noi non abbiamo provocato questa situazione, ma è dovere del governo rispondere a un'aggressione alla sovranità nazionale, soprattutto quando questa si produce nella capitale di Spagna», ha aggiunto.