Sri Lanka I manifestanti invadono il palazzo, il primo ministro si dimette

SDA

9.7.2022 - 15:13

Le forze di sicurezza sparano gas lacrimogeni per disperdere una manifestazione di protesta antigovernativa, chiedendo le dimissioni del presidente per il presunto fallimento nell'affrontare la crisi economica, vicino alla casa del presidente a Colombo, Sri Lanka, 09 luglio 2022.
Le forze di sicurezza sparano gas lacrimogeni per disperdere una manifestazione di protesta antigovernativa, chiedendo le dimissioni del presidente per il presunto fallimento nell'affrontare la crisi economica, vicino alla casa del presidente a Colombo, Sri Lanka, 09 luglio 2022.
KEYSTONE/EPA/CHAMILA KARUNARATHNE

I manifestanti hanno fatto irruzione nella residenza presidenziale a Colombo, nello Sri Lanka. Lo riferisce la tv locale. Poco prima fonti della Difesa avevano annunciato che il presidente Gotabaya Rajapaksa era fuggito dal palazzo.

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Il presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa «è stato scortato in un luogo sicuro»: lo fa sapere una fonte della Difesa, precisando che egli «è sempre il presidente ed è protetto da un'unità militare».

Intanto il primo ministro Ranil Wickremesinghe, che aveva convocato una riunione d'emergenza del governo, si è dimesso. Lo ha reso noto il suo ufficio, citato da media locali, affermando che la decisione è stata presa dopo le richieste in questo senso dei leader dei partiti presenti in Parlamento, che ora intendono formare un governo di unità nazionale.

Poco dopo che si era diffusa la notizia della fuga, le TV locali hanno mostrato centinaia di persone che scavalcavano le cancellate della residenza presidenziale a Colombo, per poi occupare il palazzo.

Un'enorme quantità di persone era giunta tra venerdì e questo sabato nella capitale Colombo per chiedere le sue dimissioni, ritenendolo responsabile della grave crisi economica che attanaglia lo Sri Lanka.

Ieri le forze di sicurezza avevano decretato il coprifuoco per scoraggiare i dimostranti, ma il divieto di uscire era stato ritirato dopo le proteste dei partiti d'opposizione, delle organizzazioni per i diritti umani e della magistratura, che minacciava azioni contro il capo della polizia.