Taiwan Pechino: «Proseguono le manovre militari intorno all'isola»

SDA

8.8.2022 - 08:26

Il lancio di un missile cinese durante le esercitazioni militari degli scorsi giorni.
Il lancio di un missile cinese durante le esercitazioni militari degli scorsi giorni.
Keystone

L'esercito cinese ha reso noto che le manovre militari proseguono anche oggi nel mare e nello spazio aereo intorno a Taiwan, «concentrandosi sull'organizzazione di operazioni congiunte antisottomarino e di assalto marittimo». Lo si legge in una nota.

Pechino aveva inizialmente indicato un periodo di manovre dal 4 al 7 agosto in risposta alla visita a Taipei, la capitale di Taiwan, della della presidente della Camera dei rappresentanti statunitense Nancy Pelosi.

Cina, giusto stop a comunicazione militare con Usa

La tensione nello Stretto di Taiwan «è stata provocata dagli Stati Uniti» che «devono assumersi la piena responsabilità e le gravi conseguenze per tutto questo». Il portavoce del ministero della difesa cinese Wu Qian ha affermato in una nota che le contromisure di Pechino, «incluso l'annullamento del dialogo militare a livello di comandanti di teatro, sono giustificate e corrette». Wu si è espresso in merito a quanto riportato dai media statunitensi, secondo cui i vertici militari degli Usa hanno chiamato più volte le controparti cinesi negli ultimi giorni senza ricevere risposta.

«Gli Stati Uniti stanno deliberatamente creando la crisi e allo stesso tempo stanno cercando una scusa per scaricare la colpa sugli altri, cosa a cui la Cina si oppone con forza», ha osservato Wu. «Esortiamo gli Stati Uniti a rispettare gli interessi e le preoccupazioni fondamentali della Cina e ad abbandonare l'uso dell'isola di Taiwan per contrastare la Cina», ha aggiunto.

La parte cinese ha espresso la sua posizione «sulle relazioni tra i due Paesi e le due forze armate», in particolare sulla visita di Pelosi, «ma la parte statunitense ha detto una cosa e ne ha fatta un'altra, sostenendo la visita di Pelosi, e deliberatamente creare tensioni attraverso lo Stretto di Taiwan». In risposta, la Cina ha preso otto contromisure, tra cui l'annullamento della comunicazione tra i leader dei teatri militari cinese e americano, della riunione di lavoro dei Dipartimenti della difesa cinese e statunitense e del meccanismo di consultazione sulla sicurezza militare marittima.

«Le pertinenti contromisure della Cina sono un avvertimento necessario alla provocazione degli Stati Uniti e di Taiwan, e la legittima difesa della sovranità e della sicurezza nazionale è del tutto ragionevole e appropriata», ha continuato il portavoce. La linea di fondo «non può essere spezzata e la comunicazione richiede sincerità. Esortiamo la parte statunitense a rispettare seriamente gli interessi fondamentali e le principali preoccupazioni della Cina, ad abbandonare l'illusione di 'usare Taiwan per controllare la Cina' e a non andare sempre più avanti lungo la strada sbagliata», ha concluso Wu.

Apple chiede etichette Made in China

Intanto Apple avrebbe chiesto ai suoi fornitori di Taiwan di etichettare i prodotti provenienti dall'isola come Made in China, rispettando una regola che Pechino tenta di imporre da tempo ma senza successo. Lo riferisce il sito Nikkei.

L'accorgimento – si precisa – consentirebbe di evitare le lungaggini dovute alla stretta imposta alle ispezioni doganali cinesi dopo la visita a Taipei di Pelosi.

La formulazione Made in Taiwan può portare a ritardi, multe e persino al rifiuto di un'intera spedizione, mentre Taiwan chiede che le esportazioni siano etichettate con la denominazione «Taiwan» o «Repubblica cinese».

La scelta di Apple non ha mancato di attirare critiche. GreatFire, un'organizzazione che lavora contro la censura cinese in linea, ha sottolineato come la società con sede a Cupertino (California, Usa) non sia nuovo a simili decisioni: tempo fa aveva infatti rimosso la bandiera di Taiwan dalle tastiere emoji per gli utenti in Cina e Hong Kong.