È cresciuto il tasso di mortalità nei casi di coronavirus in Germania e ha raggiunto l'1,6%. Lo ha spiegato oggi il presidente del Robert Koch Institut, Lothar Wieler, in conferenza stampa a Berlino, affermando che il numero delle vittime continuerà a salire.
Il motivo è l'aumento di casi di contagio fra gli anziani, soprattutto nelle case di cura, ha affermato l'esperto. Fino a qualche giorno fa il tasso di mortalità era fermo allo 0,8%.
La comunque bassa incidenza delle vittime nel Paese nel cuore dell'Europa, è stata spiegata anche con l'uso massiccio dei test (fino a 500 mila alla settimana), che ha portato a rilevare moltissimi casi, anche non gravi. Inoltre la Germania conta su un robusto sistema sanitario, che prima della pandemia poteva contare su 28 mila posti letto in terapia intensiva: da settimane si lavora a raddoppiare questo numero.
Il Robert Koch Institut, che riporta solo i casi registrati elettronicamente, riferisce di 99'225 casi di contagio (+3834 rispetto al giorno precedente) e di 1606 vittime. Il bilancio dei guariti è di 33'300.
Per la Hopkins University, invece, i casi sono saliti a 103'375, le vittime sono 1810. Stando a questa fonte, (che ieri però segnalava diverse decine di casi in più) i ricoveri sono 36'081. L'età media delle persone rimaste contagiate in Germania è 48 anni.
Tosse (52%) e febbre (42%) sono i sintomi prevalenti, il raffreddore ricorre nel 22% dei casi, la polmonite si sviluppa nel 2%. Il 14% dei pazienti ha avuto bisogno dell'ospedalizzazione. L'età media dei morti è 80 anni. La vittima più giovane è stata un ventottenne che aveva una precedente malattia.
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