Terremoti Oltre 11'200 morti tra Turchia e Siria, salvati altri bambini dalle macerie

ATS / sam

8.2.2023 - 14:10

Continua a peggiorare il bilancio dei morti per i terremoti in Turchia e Siria. Stando all'ultimo aggiornamento ufficiale, le vittime ora sono 11'200. Ma continuano anche i miracoli: salvati alcuni bambini dalle macerie. Il geologo: «Il terremoto non era inaspettato».

8.2.2023 - 14:10

Soltanto in Turchia «al momento, hanno perso la vita 8'574 persone, i feriti sono 49'133 e gli edifici distrutti sono 6'444», ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parlando alla stampa a Kahramanmaras, durante la sua prima visita nel sud est della Turchia colpito dal terremoto. In Siria, invece, sono stati finora contati 2'662 morti, secondo le autorità e i medici, mentre i feriti sono 5'000.

Il totale aggiornato delle vittime è quindi di 11'236, quello delle persone ferite di quasi 55'000.

Il presidente turco ha fatto anche sapere che presto molti sfollati saranno trasferiti in alberghi ad Antalya, Alanya e Mersin, località marittime nel sud della Turchia.

Il miracolo di diversi bambini salvati dalle macerie

Nelle zone devastate dal sisma e colpite dal gelo avvengono ancora salvataggi che sanno di miracolo.

Una bambina di circa 8 anni è stata salvata dopo essere rimasta intrappolata sotto le macerie per 40 ore a Salqin una città nel nord ovest della Siria. Le immagini del Guardian mostrano il recupero stanotte da parte dei soccorritori della bambina con gli occhi sbarrati per lo choc ma in buone condizioni di salute.

Invece ad Hatay, in Turchia, un bambino di otto anni è stato salvato dalle macerie di un edificio crollato dopo circa 52 ore. Lo riporta la Bbc. Yigit Cakmak è stato trasportato dall'edificio da cui è riemerso alla madre che lo ha accolto con un grande abbraccio.

Ma non solo. Stando agli ultimi aggiornamenti, un'altra bambina - di 18 mesi - è stata estratta viva dalle macerie dopo più di 56 ore dal sisma nella provincia di Kahramanmaras, nel sud della Turchia. Lo riporta il sito turco Anadolu.

Il tutto dopo il vero miracolo di ieri sera della bimba salvata nata sotto le macerie.

Riaperti alcuni valichi di frontiera

Intanto, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è arrivato a Kahramanmaras, città turca a pochi chilometri dall'epicentro del terremoto di magnitudo 7.8 che il 6 febbraio ha colpito l'intera regione del sud est della Turchia e il nord della Siria. Lo rendono noto vari media turchi.

Dal canto suo, ha riaperto nelle ultime ore il valico di frontiera di Bab al Hawa-Cilvegozu, tra Siria e Turchia, e dal lato siriano del confine si dicono pronti a ricevere i tanto attesi aiuti umanitari internazionali diretti alle zone siriane devastate dal sisma e fuori dal controllo del governo centrale di Damasco.

Il direttore del lato siriano del valico di Bab al Hawa, Mazen Allush, ha affermato che «finora nessun convoglio è arrivato».

Mentre i Caschi Bianchi dell'ONU in Siria, che hanno condotto operazioni di soccorso nel nord-ovest del Paese martoriato dalla guerra civile, hanno scritto sui social media che quattro dei loro volontari e le loro famiglie sono tra le vittime del terremoto. Lo riporta il Guardian.

Il geologo: «Il terremoto non era inaspettato»

Intanto il geologo dell'Università di Bingöl, Kenan Akbayram, ha spiegato che «il terremoto non era inaspettato. Ci aspettavamo una rottura lungo le linee di faglia in quest'area poiché le zone in cui il terremoto ha colpito sono quelle che i geologi chiamano gap sismico». Proprio la città Bingöl è stata gravemente colpita dal sisma.

Secondo i dati a disposizione - ha detto il geologo - questa parte della zona di faglia dell'Anatolia orientale si è rotta nel 1500 e, più recentemente, alcune parti della zona di faglia si sono mosse nel 1822, «quindi c'era il rischio di un possibile movimento e ne eravamo consapevoli».

Akbayram ha poi avvertito che ci sono altre zone di faglia in Turchia che non hanno sperimentato attività sismica per lungo tempo, identificando la regione dell'Egeo, le aree intorno al Mar di Marmara, che comprende le principali città di Bursa e Istanbul, e la

«Nella comunità scientifica siamo consapevoli di queste lacune sismiche, ma non posso dire che siamo pronti dal punto di vista ingegneristico», ha concluso il geologo.

Cani da ricerca svizzeri all'opera tutta la notte in Turchia

Le squadre di cani da salvataggio svizzere hanno proseguito tutta la scorsa notte le ricerche dei sopravvissuti del grave terremoto nel sud della Turchia. Finora, insieme all'organizzazione partner turca, sono riusciti a salvare 24 persone.

Le squadre hanno lavorato a rotazione, ha spiegato Linda Hornisberger, responsabile della divisione per la ricerca di vittime della Società svizzera per cani da ricerca e da salvataggio, (Redog), all'agenzia di stampa Keystone-ATS. Le fasi di recupero dei cani e degli accompagnatori sono molto importanti per ridurre al minimo il rischio di incidenti, ha aggiunto.

Redog è al lavoro con sei cani e dieci persone insieme all'organizzazione partner turca GEA Arama Kurtarma. La squadra turca ha molta esperienza, ha detto Hornisberger. L'associazione ha inoltre messo a disposizione della Catena di salvataggio svizzera otto cani e dodici persone.

I cani da salvataggio svizzeri dell'organizzazione REDOG sono all'opera in Turchia (archivio)
I cani da salvataggio svizzeri dell'organizzazione REDOG sono all'opera in Turchia (archivio)
KEYSTONE/LAURENT GILLIERON

La Catena della Solidarietà ha raccolto 3,25 mio

La Catena della Solidarietà ha ricevuto finora 3,25 milioni di franchi in favore delle vittime del terremoto in Turchia e Siria. Saranno messi a disposizione delle organizzazioni umanitarie svizzere, alcune delle quali sono già sul posto.

In una prima fase il denaro sarà utilizzato per aiuti di emergenza come acqua, coperte, cibo e rifugi, ha indicato a Keystone-ATS la portavoce della fondazione Judith Schuler. L'esperienza dimostra tuttavia che la maggior parte dei fondi viene utilizzata per la ricostruzione. Tra le organizzazioni partner figurano 25 organizzazioni umanitarie come Terre des Hommes, Helvetas, Croce Rossa Svizzera e Medici senza frontiere.

Il Portogallo invia una squadra di 53 soccorritori

intanto partirà nel pomeriggio di oggi, 8 febbraio, dall'aeroporto militare di Figo Maduro, Lisbona, una squadra di 53 elementi della Protezione civile portoghese con destinazione Turchia.

La squadra di soccorritori è composta da vigili del fuoco, operatori sanitari del servizio di emergenza medica e agenti della Guarda Nacional Republicana (corpo di polizia a ordinamento militare).

Secondo quanto diffuso da un lancio dell'agenzia Lusa, si tratta soprattutto di esperti in operazioni di ricerca e soccorso ed è prevalentemente in questo settore che presteranno servizio nei luoghi colpiti dal sisma di lunedì scorso.

L'operazione era stata annunciata ieri dal ministro dell'Interno, José Luís Carneiro, e da Duarte Costa, presidente dell'Autorità nazionale di emergenza e protezione civile del Portogallo, il quale ha dichiarato: «sono già state affrontate, nell'ambito del meccanismo europeo e in collaborazione con altre forze europee, le metodologie necessarie per entrare in Turchia» e accedere così alla regione terremotata.

Bandiere della Nato a mezz'asta

Bandiere a mezz'asta ieri al quartier generale della Nato a Bruxelles in onore delle vittime dei terremoti in Tirchia e Siria: «In questo momento terribile, siamo solidali con il nostro alleato Turchia e con tutte le persone colpite, e gli alleati della Nato sono pronti a fornire ulteriore assistenza a chi ne ha bisogno», ha dichiarato la portavoce dell'Alleanza, Oana Lungescu, come riporta la Cnn.

La Nato ha inoltre illustrato in un tweet il suo contributo ai soccorsi: «Più di 1'400 membri del personale di emergenza di oltre venti alleati e partner della Nato, tra cui gli invitati Finlandia e Svezia, vengono dispiegati in Turchia per aiutare a rispondere ai devastanti terremoti che hanno colpito il Paese», si legge nel messaggio.

Re Carlo a Erdogan: «Prego per le vittime»

Re Carlo III e la regina consorte Camilla si sono detti «sgomenti e profondamente rattristati» in un messaggio al presidente turco Recep Tayyp Erdogan per la perdita di vite umane e le devastazioni provocate dal terremoto che ha investito la Turchia e la Siria. Lo riportano i media britannici.

«Posso solo immaginare il livello di sofferenze causato da questa spaventosa tragedia», ha sottolineato Carlo, indirizzando il proprio cordoglio verso «tutte le famiglie che hanno perduto loro cari come risultato» del sisma.

«I nostri pensieri e le nostre speciali preghiere sono per coloro che sono stati colpiti da questo immane disastro naturale», ha concluso il sovrano di casa Windsor, rivolgendo un cenno di apprezzamento anche verso «i servizi di emergenza e coloro che assistono negli sforzi per dare soccorso» ai superstiti.

ATS / sam