Criminalità Terrore ad Haiti, un'evasione di massa mette a ferro e fuoco la capitale

SDA

4.3.2024 - 20:34

I cittadini lasciano le loro case con i loro averi vicino al penitenziario nazionale haitiano dopo l'attacco della scorsa notte da parte di bande armate a Port-au-Prince in Haiti, il 3 marzo 2024.
I cittadini lasciano le loro case con i loro averi vicino al penitenziario nazionale haitiano dopo l'attacco della scorsa notte da parte di bande armate a Port-au-Prince in Haiti, il 3 marzo 2024.
KEYSTONE

È stato un fine settimana da incubo e di terrore quello vissuto da Haiti per l'ennesima offensiva della criminalità che ha messo a ferro e fuoco a suo piacimento la capitale, Port au Prince, generando il panico fra la popolazione e realizzando uno spettacolare assalto al penitenziario nazionale nel corso del quale sono stati liberati quasi 4.000 detenuti.

Le bande criminali che controllano gran parte della città, federate in una nuova sigla («Vivre Ensemble»), hanno utilizzato un sistema di droni per preparare l'assalto al carcere, in cui sono penetrate senza problemi, con un bilancio di almeno 12 morti, frutto di uno scontro a fuoco con le forze dell'ordine.

Commentando l'accaduto, Pierre Esperance del Gruppo per i diritti umani Rnddh, ha confermato che «solo circa un centinaio dei circa 3.800 detenuti erano ancora all'interno della struttura dopo l'aggressione delle bande avvenuta nella notte di sabato».

Secondo i media locali, oltre al penitenziario nazionale, è stata attaccata anche una seconda prigione cittadina che ospita circa 1.400 reclusi, senza che si abbiano notizie sull'esito dell'attacco.

In molti quartieri della città sono state erette barricate da commando di persone con il volto coperto che hanno incendiato pneumatici e sparato colpi di armi automatiche. Di fronte a ciò i residenti hanno dovuto barricarsi in casa per evitare il peggio.

Introdotto lo stato d'emergenza per tre giorni e il coprifuoco

Il clima a Port au Prince si è deteriorato al punto che l'ambasciata degli Stati Uniti ha consigliato ai suoi cittadini di lasciare il Paese appena possibile, mentre quella francese ha chiesto ai connazionali di rinunciare a circolare nei quartieri di Port au Prince.

In assenza del premier Ariel Henry, non ancora ritornato dal suo viaggio in Kenya dove ha siglato un accordo per la Missione multinazionale concordata con l'Onu, il governo ha diramato un comunicato per annunciare l'introduzione a partire da oggi di uno stato di emergenza per tre giorni, rinnovabile, e un coprifuoco notturno.

Il documento è stato firmato dal ministro dell'Economia Patrick Michel Boisvert, che in attesa del ritorno di Henry svolge le funzioni di premier ad interim. In esso si autorizza la polizia a «usare tutti i mezzi legali a disposizione per ristabilire l'ordine».

Un'ondata di violenza

Le avvisaglie di una nuova ondata di violenze si erano viste già giovedì scorso, quando uomini armati hanno attaccato due commissariati di polizia, ucciso quattro agenti, sparato in vari quartieri e creato il panico negli aeroporti della capitale (Toussaint Louverture et Guy Malary), colpendo tre aerei e provocando l'annullamento dei voli in partenza e in arrivo.

Di fronte a questo stato di cose, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, si è detto «molto preoccupato per il deterioramento della sicurezza ad Haiti» ed ha invitato «il governo e gli altri attori politici a concordare rapidamente le misure necessarie per portare avanti un processo politico verso il ripristino delle istituzioni democratiche attraverso lo svolgimento di elezioni».