Giustizia Tribunale dell'Aia: in Siria torture «abominevoli» e «diffuse»

SDA

10.10.2023 - 14:04

La Corte internazionale di giustizia dell'Aia (foto d'archivio)
La Corte internazionale di giustizia dell'Aia (foto d'archivio)
Keystone

Il governo siriano ha torturato decine di migliaia di persone e mantiene un sistema «diffuso e pervasivo» di «trattamenti abominevoli».

Lo hanno affermato i giudici della Corte internazionale di giustizia dell'Aia nel primo caso in discussione sulla guerra in atto nel Paese dal 2011.

A trascinare la Siria di Bashar al Assad davanti al Tribunale sono stati Canada e Paesi Bassi, che hanno chiesto alla Corte di esigere misure urgenti per fermare i maltrattamenti in corso nei confronti di migliaia di persone tuttora detenute, di esigere l'apertura delle carceri a ispettori esterni e di fornire informazioni alle famiglie sulla sorte dei loro cari.

Damasco ha disertato l'udienza dopo avere bollato il caso quale frutto di «disinformazione e bugie» e affermando che le accuse «non hanno la minima credibilità».

Rene Lefeber, massimo rappresentante dei Paesi Bassi, ha citato testimonianze strazianti di detenuti, che descrivono stupri di gruppo, mutilazioni e metodi di punizione disumani.

«Sono in gioco la vita e il benessere dei siriani»

La Corte internazionale di giustizia (Cig) può impiegare anni per pronunciarsi su un caso, ma le cosiddette «misure provvisorie» urgenti possono essere ordinate nel giro di poche settimane e sono giuridicamente vincolanti. «Siamo sinceramente convinti che siano in gioco la vita e il benessere dei siriani e richiedano l'attenzione immediata della corte», ha affermato Lefeber.

Il principale rappresentante del Canada, Alan Kessel, ha detto che la Siria ha preso la «deplorevole» scelta di non comparire, ma «questo non significa che il mondo sia assente».

«Il governo di Assad deve rispondere e fermare la tortura che dilaga in quel Paese. Abbiamo mostrato uno specchio ai siriani. Dovrebbero guardarsi in quello specchio», ha detto Kessel ai giornalisti, riferendosi al presidente siriano Bashar al-Assad.