Stati Uniti Trump accusato di frode, il giudice gli toglie alcune licenze

SDA

27.9.2023 - 20:43

L'ex presidente Donald Trump durante un comizio a Summerville, Carolina del Sud. (Foto archivio)
L'ex presidente Donald Trump durante un comizio a Summerville, Carolina del Sud. (Foto archivio)
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Donald Trump si è recato a Detroit per arringare gli operai di una fabbrica del settore auto non sindacalizzata. Ma il tycoon arriva azzoppato dalla decisione sulla responsabilità sua e dei suoi figli per aver frodato banche e assicurazioni.

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  • Donald Trump si è recato a Detroit per arringare gli operai di una fabbrica del settore auto non sindacalizzata.
  • Ma Trump è azzoppato perché lui e i suoi due figli adulti «sono responsabili di frode» ai danni di banche e assicurazioni per aver fornito per circa un decennio «false informazioni finanziarie gonfiando il valore dei loro asset» per oltre due miliardi di dollari, secondo un giudice
  • Il tycoon e Biden, sempre testa a testa nei sondaggi, si stanno contendendo i voti dei «blue collar» anche a colpi di spot TV.

Donald Trump e i suoi due figli adulti Donald Jr ed Eric «sono responsabili di frode» ai danni di banche e assicurazioni per aver fornito per circa un decennio «false informazioni finanziarie gonfiando il valore dei loro asset» per oltre due miliardi di dollari.

E il tycoon vola dagli operai dell'auto in sciopero per boicottare – arringando le tute blu nello stesso orario – anche il secondo dibattito TV tra i suoi rivali repubblicani, ma sbarca a Detroit pesantemente azzoppato dagli sviluppi della causa civile da 250 milioni di dollari istruita dalla procuratrice generale di New York Laetitia James: il giudice Arthur Engoron ha confermato il cuore delle accuse e ha tolto all'ex presidente alcune licenze per la sua attività imprenditoriale nell'Empire State, infliggendo il più forte danno all'immagine di imprenditore scaltro e di successo che si era costruito negli anni prima di scalare la Casa Bianca. A rischio anche il controllo dell'iconica Trump Tower.

Trump: «Caccia alle streghe»

«La mia è una grande compagnia che è stata diffamata da questa caccia alle streghe politicamente motivata», si è difeso Trump, attaccando il giudice «pazzo» e preannunciando appello.

Ma non è certo un bel biglietto da visita per presentarsi in una fabbrica (non sindacalizzata) alla periferia della capitale dell'auto per riconquistare almeno in parte quella working class che nel 2016 gli fece abbattere il Blue Wall dei democratici nel Midwest e gli regalò anche il Michigan.

Peraltro all'indomani della storica visita nello stesso Stato di Joe Biden, primo presidente della moderna storia americana a unirsi a un picchetto di operai in sciopero schierandosi apertamente per un sensibile aumento degli stipendi nella loro vertenza contro Gm, Ford e Stellantis.

Testa a testa tra Biden e Trump

I due avversari, sempre testa a testa nei sondaggi, si stanno contendendo i voti dei «blue collar» anche a colpi di spot TV: Biden ne ha lanciato uno anche in Michigan – da lui riportato all'ovile dem nel 2020 – in cui mostra Trump sui campi da golf mentre una voce fuori campo lo accusa di aver «tagliato le tasse per i suoi ricchi amici mentre i produttori di automobili chiudevano i loro stabilimenti».

Ad ostacolare la missione del tycoon anche lo sprezzante gelo di Shawn Fain, il presidente della Uaw, il sindacato che ha promosso lo sciopero contro le Big Three: «Patetico che venga a parlare agli operai», ha detto alla Cnn, dopo aver denunciato nei giorni scorsi che «il sindacato sta combattendo la classe dei miliardari e un'economia che arricchisce persone come Donald Trump a spese dei lavoratori».

Inutile ricordare i rapporti ambigui o conflittuali del tycoon con i sindacati durante la sua carriera di costruttore e presidente, o l'uso di immigrati irregolari nei suoi golf club. Ma Trump cerca di scavare un solco tra i leader sindacali e i lavoratori agitando lo spettro dei veicoli elettrici promossi da Biden, ammonendo che favoriranno la Cina e causeranno la chiusura di molte aziende americane.

Gli altri candidati repubblicani

La decisione del giudice di New York è una brutta tegola anche perché offre il destro agli attacchi dei sette rivali repubblicani ammessi al secondo duello TV, trasmesso in prime time su Fox e Univision dalla biblioteca presidenziale di Ronald Reagan (sovrastata dal suo Air Force One) a Simi Valley, in California.

Rispetto al primo dibattito, è escluso solo l'ex governatore dell'Arkansas Asa Hutchinson. I fari di quella che ormai sembra solo una gara aperta per il secondo posto, dopo il crollo del governatore della Florida Ron DeSantis, sono puntati sull'imprenditore di origini indiane Vivek Ramaswamy, emergente outsider populista, e sull'ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley, che sta guadagnando terreno tra i moderati.

Tutti sono pronti a dichiarare la loro fede reaganiana, da vedere invece chi avrà il coraggio di colpire Trump per i suoi guai giudiziari a New York.

Il giudice Engoron ha di fatto già stabilito la responsabilità per frode del tycoon e dei suoi due figli, accusandoli di aver sovrastimato gli asset in un'ottica di «mondo di fantasia, non reale»: dal 2300% di Mar-a-Lago al triplo per la Trump Tower. Il processo che inizierà lunedì dovrà solo stabilire l'entità della sanzione.