Stati Uniti Trump serra le file, occhi sul delfino Ron DeSantis

SDA

1.3.2021 - 21:30

Donald Trump serra le file del partito repubblicano alla conferenza dei conservatori americani, dove si impone come kingmaker delle elezioni di metà mandato nel 2022 e come potenziale candidato per la Casa Bianca nel 2024.
Donald Trump serra le file del partito repubblicano alla conferenza dei conservatori americani, dove si impone come kingmaker delle elezioni di metà mandato nel 2022 e come potenziale candidato per la Casa Bianca nel 2024.
Keystone

Donald Trump serra le file del partito repubblicano alla conferenza dei conservatori americani, dove si impone come kingmaker delle elezioni di metà mandato nel 2022 e come potenziale candidato per la Casa Bianca nel 2024.

Trump ha per ora congelato il campo dei rivali e dichiarando guerra ai «Rinos», i cosiddetti «repubblicani solo di nome», quelli che gli hanno voltato le spalle, compreso il potente leader dei senatori Mitch McConnell.

Ma nel Grand Old Party è già cominciata la controffensiva, col rischio di una pericolosa divisione interna che farebbe il gioco dei democratici. Alcuni repubblicani hanno infatti lanciato un Super Pac con lo scopo di difendere le candidature di deputati e senatori che hanno sostenuto l'impeachment e votato per la condanna dell'ex presidente. Il nuovo comitato di azione politica, che può raccogliere fondi senza limitazioni, si chiama «Americans keeping country first».

Tra i loro fondatori il deputato Adam Kinzinger, uno dei dieci che ha votato per la messa in stato d'accusa di Trump. È la prima risposta al Super Pac personale dell'ex presidente, in un terreno dove si misurerà anche l'orientamento dei grandi contributori del partito.

The Donald accelera il suo ritorno in campo

The Donald intanto accelera il suo ritorno in campo, confermando la sua presenza anche al «donor retreat» primaverile del Comitato nazionale del partito repubblicano (RNC), un evento privato con i maggiori donatori del Grand Old Party in programma dal 9 all'11 aprile a Palm Beach, in Florida, a due passi dalla sua residenza di Mar-a-Lago.

La presidente del RNC, Ronna McDaniel, ha sottolineato che il comitato resterà neutrale verso i potenziali candidati presidenziali per il 2024.

Trump parte da grande favorito ma ci saranno anche altri aspiranti alla Casa Bianca, tra cui i governatori della Florida e del South Dakota, Ron DeSantis e Kristi Noem, i due pupilli dell'ex presidente. Ma è su DeSantis che il tycoon ha puntato gli occhi, dopo che lo «straw poll», il sondaggio informale che chiude la kermesse dei conservatori, lo ha incoronato al secondo posto col 21% delle preferenze, dietro al 55% di Trump, lasciando tutti gli altri a percentuali con una sola cifra.

Sembra lui il giovane astro nascente dei repubblicani e il suo possibile delfino: di origini italiane, 42 anni, avvocato laureatosi a Yale e Harvard, DeSantis è stato deputato prima di vincere nel 2018 le controverse elezioni alla carica di governatore del Sunshine State. Ma soprattutto è un trumpiano della prima ora, uno che ha sempre difeso l'ex commander in chief e adottato il suo approccio aperturista verso la pandemia.

Il tycoon comincia anche a muovere le sue pedine

Il tycoon comincia anche a muovere le sue pedine, come l'ex ambasciatore in Germania ed ex capo dell'Intelligence Ric Grenell, che potrebbe scendere in campo in California nel caso siano convocate elezioni speciali se avrà successo la petizione popolare per il «richiamo» del governatore democratico Gavin Newsom. La popolarità di quello che era considerato uno degli astri nascenti del partito è crollata a causa della gestione severa della pandemia.

Sembra tramontare anche la stella del governatore democratico di New York Andrew Cuomo, messo in forte imbarazzo prima dalle accuse di aver occultato i dati degli anziani morti di Covid nelle case di riposo ed ora da quelle di molestie da parte di due dipendenti.

Donne «che si sono fatte avanti con accuse serie e credibili e che meritano di essere ascoltate e trattate con dignità», ha ammonito la speaker della Camera Nancy Pelosi, esprimendosi a favore di un'indagine indipendente.

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