Ucraina Kiev: «Missili e tank russi nella centrale nucleare»

SDA

21.7.2022 - 19:55

La centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande d'Europa
La centrale nucleare di Zaporizhzhia è la più grande d'Europa
KEYSTONE/AP Planet Labs PBC

Lo spettro nucleare continua ad aleggiare sulla guerra in Ucraina, anche se per il momento i timori si accentrano, più che su uno scontro tra grandi potenze, su un possibile incidente alla centrale di Zaporizhzhia, al centro dei combattimenti.

Keystone-SDA

Gli ucraini accusano i russi di volere utilizzare l'impianto – il più grande d'Europa, con ben sei reattori – per immagazzinarvi missili, carri armati ed esplosivi. Mentre Mosca afferma che le forze di Kiev, con i loro attacchi al sito, puntano a provocare «un disastro nucleare in Europa».

Ma le paure non si placano nemmeno per un possibile allargamento del conflitto che porti ad uno scontro atomico tra Russia e Nato. Questo, almeno, l'avvertimento lanciato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko per cercare di convincere Kiev ad accettare una pace che comporterebbe la cessione di una parte significativa del suo territorio.

«Fermiamoci – ha detto Lukshenko, il più fedele alleato di Mosca – e poi scopriremo come continuare a vivere. Non c'è bisogno di andare oltre. Più lontano c'è l'abisso della guerra nucleare. Non c'è bisogno di finirci dentro».

«L'Ucraina potrebbe scomparire dalla mappa del mondo»

Il presidente bielorusso, che pur senza entrare direttamente nel conflitto ha permesso ai russi di utilizzare il territorio del suo paese per attaccare l'Ucraina, ha poi lanciato una stoccata all'Occidente accusandolo di aver provocato la guerra in Ucraina, che a suo parere si sarebbe potuta evitare se la Nato avesse dato al presidente russo Vladimir Putin «le garanzie di sicurezza» che chiedeva.

Intanto l'ex presidente russo Dmitri Medvedev è ricorso ai suoi consueti toni bellicosi per affermare che, «come risultato di tutto quello che sta accadendo, l'Ucraina potrebbe perdere ciò che rimane della sua sovranità statale e scomparire dalla mappa del mondo».

Nelle ultime ore tre persone sono morte e 19 sono rimaste ferite in un bombardamento russo su Kharkiv, nel nord-est ucraino, secondo quanto ha riferito il capo dell'amministrazione militare regionale Oleg Sinegubov.

A preoccupare è la situazione della centrale di Zaporizhzhia

Ma a preoccupare è appunto soprattutto la pericolosa situazione della centrale di Zaporizhzhia, controllata dai russi, che mercoledì avevano denunciato un attacco di droni kamikaze ucraini sul sito, con un bilancio di 11 feriti, di cui 4 gravi. Le stesse fonti avevano detto che erano stati colpiti edifici di servizio ma nessuno dei reattori della centrale.

L'obiettivo di Kiev, ha affermato oggi la portavoce del ministero degli esteri di Mosca, Maria Zakharova, è proprio quello di creare un «disastro nucleare».

«Se vengono colpiti i reattori o il sistema di raffreddamento salterà in aria mezza Europa», ha affermato Yevgeny Balitsky, capo dell'amministrazione militare-civile della regione occupata dalle truppe d'invasione.

Sarebbero i russi a compromettere la sicurezza della centrale

Gli ucraini ribattono affermando che sono le forze russe a mettere a repentaglio la sicurezza della centrale, ancora gestita da tecnici ucraini, utilizzandola per immagazzinarvi ogni genere di armamenti e rendendola così esposta agli attacchi.

«Le forze militari russe – dichiara Energoatom, l'azienda statale che supervisiona gli impianti nucleari in Ucraina – chiedono all'amministrazione della centrale di aprire le sale macchine della 1a, 2a e 3a unità per potervi depositare l'intero arsenale militare». Mentre sabato scorso il presidente di Energoatom, Pedro Kotin, aveva accusato la Russia di utilizzare l'impianto anche per installarvi sistemi di lancio missilistici.

Sul fronte del grano infine la diplomazia continua a muoversi. Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres si è recato stasera a Istanbul. Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva auspicato che potesse essere firmato entro la settimana un accordo tra Mosca, Kiev, Ankara e Nazioni Unite sui corridoi nel mar Nero per l'esportazione dei cereali dall'Ucraina su cui si erano già tenuti colloqui in Turchia la scorsa settimana.