Ucraina Per il NYT tra Biden e Shcolz si parla di roadmap per la fine della guerra

SDA

3.3.2023 - 17:45

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz avrebbe dubbi sulla tenuta del fronte unito occidentale contro la Russia. (Immagine d'archivio del primo marzo)
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz avrebbe dubbi sulla tenuta del fronte unito occidentale contro la Russia. (Immagine d'archivio del primo marzo)
Keystone

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz arriva oggi per una «tranquilla visita di lavoro» con il presidente degli Usa Joe Biden, «suscitando la speculazione che discuteranno questioni difficili su come porre fine alla guerra».

Lo scrive il quotidiano New York Times (Nyt) in un articolo in cui racconta l'insolito scenario della visita del leader tedesco alla Casa Bianca.

Una visita senza fanfare: niente cene di Stato, stampa al seguito, conferenza stampa finale. E solo una riga dall'ufficio stampa del cancelliere per annunciarla indicando come unico tema di discussione il conflitto in Ucraina, anche se la Casa Bianca ha poi aggiunto le sfide poste dalla Cina e la cooperazione nell'Indo-Pacifico.

Scholz, sottolinea il Nyt, non ha risposto neppure all'opposizione, che chiedeva spiegazioni sullo scopo del viaggio.

La «natura tranquilla della visita», prosegue il quotidiano, ha portato alcuni all'interno dei circoli di politica estera di Berlino a chiedersi se sia un riflesso di un crescente senso di urgenza, su entrambe le sponde dell'Atlantico, per trovare una nuova roadmap per porre fine al conflitto in Ucraina.

In Europa e a Washington, sempre secondo il Nyt, ci sono crescenti speculazioni secondo cui, nonostante le dichiarazioni pubbliche di sostegno a Kiev «per tutto il tempo necessario», come ha assicurato lo stesso Scholz, alcuni leader occidentali hanno iniziato a preoccuparsi di quanto possa durare un fronte forte e unito.

Tra proteste che sabato scorso hanno radunato circa 13'000 persone a Berlino e i timori di alcuni leader europei sulla tenuta del sostegno degli Usa durante la loro campagna presidenziale di fatto già cominciata, con una parte (minoritaria) dei Repubblicani scettica sugli aiuti a Kiev.