Guerra in Ucraina Il Pentagono invia migliaia di missili a Kiev, Mosca ammette «perdite significative»

SDA

8.4.2022 - 08:10

Un soldato ucraino su un carro armato russo distrutto.
Un soldato ucraino su un carro armato russo distrutto.
Keystone

Il Pentagono ritiene che Putin abbia ormai rinunciato a conquistare Kiev ma non rallenta le sue forniture di armi all'Ucraina: anzi, si impegna a potenziare i rifornimenti. Mosca intanto ammette «perdite significative» e inizia a bombardare Odessa. Riaprono alcune ambasciate a Kiev.

8.4.2022 - 08:10

E mentre il G7 annuncia nuove sanzioni economiche e finanziarie contro Mosca, l'Ue chiede un embargo totale sul gas e sul petrolio russi ed i 27 ambasciatori dei Paesi membri danno il via libera al quinto pacchetto di sanzioni Ue, che include tra l'altro il graduale embargo all'import di carbone russo (oggi è attesa la ratifica formale delle capitali).

Intanto, la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, esorta a «fare di tutto per isolare Putin e i suoi alleati».

«Sarà un altro tipo di guerra»

Per il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, Putin pensava che avrebbe potuto conquistare molto rapidamente l'Ucraina, ma si sbagliava: e adesso «potrebbe aver rinunciato ai suoi sforzi per catturare la capitale, concentrandosi nel sud e nell'est del Paese».

Secondo il vicesegretario della Nato, Mircea Geoana, nelle prossime settimane nel sud-est dell'Ucraina ci «sarà un altro tipo di guerra, più convenzionale e su scala più vasta». Parlando a Piazzapulita, Geoana ha aggiunto: «Il sostegno degli alleati cambierà a seconda di questo. E posso prevedere che gli alleati forniranno più armi all'Ucraina...».

Armi da USA e Australia

In vista dell'offensiva di Mosca a sud-est, il Pentagono si prepara inviare a kiev – tra l'altro – più di 1.400 missili Stinger, più di 5.000 Javelin anticarro e centinaia di droni.

E il presidente del Consiglio Ue Charles Michel anticipa che l'Ue proporrà di aumentare il fondo per il sostegno militare all'Ucraina con ulteriori 500 milioni portandolo a 1,5 miliardi di euro. Allo stesso tempo, l'Australia annuncia che invierà a Kiev i 20 veicoli corazzati richiesti dallo stesso presidente Zelensky.

La corsa ad armare l'Ucraina, quindi, si fa più intesa di fronte alle atrocità di Mosca, mentre continuano le evacuazioni dalle zone più a rischio: ieri sono state evacuate almeno 4.676 persone attraverso 10 corridoi umanitari.

Russia sospesa dal Consiglio per i diritti umani

Zelensky ritiene che la situazione a Borodyanka sia «molto più orribile» rispetto al recente presunto massacro di civili compiuto a Bucha, che ha spinto molti nella comunità internazionale ad accusare Vladimir Putin di crimini di guerra e l'assemblea generale dell'Onu ad approvare la sospensione della Russia dal Consiglio per i diritti umani.

Nella risoluzione proposta da Usa e Gran Bretagna si esprime «grave preoccupazione per la crisi umanitaria in Ucraina, in particolare per le notizie di violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario da parte di Mosca», a partire proprio da Bucha.

Da parte loro, i leader del G7 hanno concordato di vietare «nuovi investimenti in settori chiave dell'economia russa, compreso il settore energetico», oltre ad ampliare i divieti all'esportazione di determinati beni e ad imporre un ulteriore giro di vite su banche e società statali russe.

Attaccata Odessa

Continua intanto l'offensiva di Mosca, anche se il Cremlino ammette che le forze russe hanno subito «perdite significative» in Ucraina: almeno due esplosioni hanno scosso Odessa nelle ultime ore, mentre il procuratore generale ucraino Iryna Venediktova ha annunciato che 26 corpi sono stati estratti dalle macerie di due condomini bombardati a Borodyanka, cittadina a nord-ovest di Kiev dove circa 200 residenti risultano dispersi.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha invece reso noto che almeno 103 attacchi contro i servizi sanitari del Paese sono stati registrati dall'inizio dell'invasione, per un totale di 73 vittime e 51 feriti.

Riaprono alcune ambasciate a Kiev

Ma Zelensky non si perde d'animo e invita le ambasciate di tutto il mondo a tornare nella capitale: «Abbiamo bisogno del vostro sostegno, anche a livello di simboli e gesti diplomatici – ha detto il presidente ucraino -. Per favore, tornate nella nostra capitale e continuate il vostro lavoro».

L'ambasciatore della Lituania in Ucraina, Valdemaras Sarapinas, è tornato a Kiev ieri dopo aver lavorato per oltre un mese da Leopoli (ovest). La Lettonia ha annunciato che la sua ambasciata a Kiev ha ripreso le sue attività e che l'ambasciatore vi farà rientro presto dopo consultazioni a Riga.

SDA