Stati Uniti 30enne muore dopo un «Covid party»: «Credevo fosse una bufala, ma non lo era»

ATS

13.7.2020 - 20:35

«Penso di aver fatto un errore. Credevo fosse una bufala, ma non lo era»: sono le ultime parole di un uomo di 30 anni a un'infermiera, il giorno prima di morire dopo aver partecipato in Texas a un party Covid-19, convinto che il coronavirus fosse solo un'invenzione.

A raccontarlo ai media è stata Jane Appleby, responsabile medico del Methodist Hospital di San Antonio, dove il paziente è deceduto.

La dirigente non ha rivelato quando si è svolto il party, né quanti invitati ci fossero o dopo quanto tempo l'uomo è stato ricoverato. «Ho voluto condividere questa storia per ammonire tutti, a partire dai giovani, specialmente qui in Texas, uno degli Stati con un crescente numero record di contagi», ha spiegato. Nel Lone Star State ci sono stati finora oltre 3200 morti e più di 258 mila casi, di cui 8332 nelle ultime 24 ore.

Una nuova moda diffusasi negli Stati Uniti

Quella dei Covid party è una moda diffusasi negli Stati Uniti per verificare l'esistenza del virus, negata da alcuni cospirazionisti, o per esporre intenzionalmente i partecipanti al coronavirus allo scopo di ottenere l'immunità.

È partita dallo Stato di Washington, uno dei primi colpiti, e ha attecchito in diverse zone del Paese. In Alabama sono stati scoperti persino raduni tra studenti universitari con premi in denaro a chi si ammala per primo.

L'idea di farsi contagiare di proposito non è una pratica nuova in America. In passato, prima che ci fosse il vaccino, molti genitori erano soliti portare i loro figli alle cosiddette «feste della varicella» per farli venire a contatto con altri bambini malati nella convinzione che fosse più pericoloso contrarla da adulti.

Ma i medici avvisano che il coronavirus non si comporta come la varicella e può essere letale anche per i giovani, senza considerare che sopravvivere a un contagio non è garanzia di immunità duratura.

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