Stati Uniti Chelsea Manning non molla, di nuovo in carcere

ATS

17.5.2019 - 07:10

Non finisce il calvario di Chelsea Manning, che dovrà tornare in carcere per essersi rifiutata nuovamente di testimoniare davanti a un gran giurì in una indagine su Wikileaks e il suo fondatore Julian Assange.

Lo ha deciso un giudice. Manning dovrà restare dietro le sbarre finché cambierà idea o per tutta la durata del mandato della giuria, che scade tra 18 mesi. «Muoio di fame piuttosto che cambiare idea», ha detto l'ex analista.

Manning aveva già scontato 62 giorni di detenzione per lo stesso motivo.

Consegnò documenti riservati a Wikileaks

Nel 2010 l'allora soldato Bradley Manning aveva trafugato centinaia di migliaia di documenti militari e cable diplomatici riservati, alcuni top secret, mentre svolgeva il suo incarico di analista di intelligence a Baghdad. Una volta impossessatasi del materiale sensibile – tra cui un video in cui elicotteri statunitensi uccidevano 12 civili disarmati – Manning lo consegnò a Wikileaks, che lo diffuse mettendo gli Stati Uniti in forte imbarazzo, anche verso i Paesi alleati.

Pena di 35 anni commutata da Barack Obama

Arrestato e recluso prima in Kuwait e poi in isolamento nel carcere militare di Quantico, in Virginia, al termine del processo davanti alla corte marziale Manning riuscì ad evitare la condanna per il capo di accusa più grave, quello di 'connivenza con il nemico' e di 'alto tradimento', reato che prevede la pena di morte. Ma subì una condanna a 35 anni di reclusione. Una pena commutata dall'allora presidente Barack Obama nel 2017, quando aveva scontato sette anni di detenzione, durante i quali decise di diventare donna sottoponendosi ad un trattamento ormonale e cambiando il nome in Chelsea. Una storia che l'ha fatta diventare una icona dei transgender e dei diritti civili.

L'arresto di Assange

Assange è stato arrestato lo scorso 11 aprile nell' ambasciata dell'Ecuador a Londra, dove era rimasto rifugiato per oltre sette anni, ed è stato condannato a 50 settimane di prigione per aver violato i termini della libertà provvisoria. Ma sul suo capo pende anche una richiesta di estradizione statunitense: dopo il suo arresto, le autorità americane hanno rivelato che era stato incriminato un anno fa, dallo stesso gran giurì di fronte a cui Manning si è rifiutata di testimoniare, per cospirazione finalizzata alla pirateria informatica.

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