Fuggita da Kabul Zahra Ahmadi a Venezia per ritirare un premio: «Sono una voce di chi non ha voce»

SDA

7.9.2021 - 21:38

Zahra Ahmadi sabato scorso a Ischia (foto d'archivio)
Zahra Ahmadi sabato scorso a Ischia (foto d'archivio)
Keystone

Zahra Ahmadi, imprenditrice e attivista afghana per i diritti delle donne arrivata nelle settimane scorse da Kabul, grazie a una mobilitazione guidata dal fratello Hamed ristoratore afghano arrivato a Venezia per fuggire ai talebani nel 2006, è tornata in Italia.

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Nei giorni della presa dei talebani è stata uno dei simboli della paura di quello che stava accadendo. Questa sera era al Lido di Venezia a ritirare il premio Wica (Women in Cinema Award), dove ha voluto ringraziare ancora l'Italia per averla aiutata a fuggire.

«Sono una voce di chi non ha voce, delle donne che non ce l'hanno più. I talebani sono assassini della nostra speranza, assassini della nostra anima, non c'è nessuno spazio per legittimarli, riconoscerli. In questo momento chiedo al mondo, al popolo del mondo: per favore cercate di darci un appoggio per la resistenza in Panshir, è la nostra piccola luce.

Odio il silenzio – ha detto Ahmadi – che esiste questo momento sul movimento in Panshir, è in favore dei talebani. Non è giusto per le donne afghane che stanno vivendo una situazione orribile: non dimenticate. Alla comunità internazionale chiedo una posizione chiara contro i Paesi che si stanno intromettendo in Afghanistan come il Pakistan, la Cina, l'America».