Guerra in Ucraina Stop al gas russo; Kiev: «Ultima chance per fuggire dall'Est del Paese»

SDA

7.4.2022 - 12:40

Parlamento europeo dà ok per  più sanzioni contro la Russia (foto d'archivio)
Parlamento europeo dà ok per più sanzioni contro la Russia (foto d'archivio)
Keystone

Via libera del Parlamento europeo alla risoluzione di maggioranza che chiede più sanzioni contro la Russia, includendo l'import di energia. Le autorità di Kiev lanciano l'allarme: è l'ultima chance per fuggire dall'Est del Paese, dove si sta concentrando l'offensiva russa.

7.4.2022 - 12:40

In corso di votazione è stato approvato un emendamento presentato da Ppe, S&D, Renew, Greens e Ecr che chiede «un totale e immediato embargo su gas, petrolio e carboni russi» e «l'abbandono dell'utilizzo dei gasdotti Nordstream 1 e 2». Il voto è stato accolto dall'applauso dell'assemblea.

«Colleghi, questo è un momento significativo, la nostra posizione è chiara», ha sottolineato la presidente del Pe Roberta Metsola. Nella risoluzione di Strasburgo si chiede la piena ed efficace attuazione delle sanzioni esistenti in tutta l'Ue e da parte degli alleati internazionali dell'Ue è una priorità.

I deputati chiedono ai leader Ue di escludere la Russia dal G20 e da altre organizzazioni multilaterali, come l'Unhcr, l'Interpol, l'Organizzazione Mondiale del Commercio, l'Unesco e altre, per dare «un segnale importante del fatto che la comunità internazionale non tornerà a lavorare come di consueto con lo Stato aggressore».

Per rendere le sanzioni più efficaci, il Parlamento chiede che le banche russe siano escluse dal sistema Swift, di vietare l'ingresso nelle acque territoriali dell'Ue e l'attracco nei porti dell'Ue di qualsiasi nave battente bandiera russa, registrata, posseduta, noleggiata, gestita dalla Russia e il trasporto di merci su strada da e per Russia e Bielorussia.

I deputati chiedono anche di «sequestrare tutti i beni appartenenti ai funzionari russi o agli oligarchi associati al regime di Putin, ai loro rappresentanti e prestanome, nonché alle figure legate al regime di Lukashenko in Bielorussia».

«Consegne di armi per permettere a Kiev di difendersi»

In riferimento alle atrocità sconcertanti, «che innegabilmente si configurano come crimini di guerra», commesse dalle truppe russe in Ucraina e in particolare a Bucha. Il Parlamento sostiene che le consegne di armi devono essere intensificate per permettere all'Ucraina di difendersi efficacemente, e ribadisce il proprio sostegno a tutti gli aiuti di tipo difensivo alle forze armate ucraine offerti individualmente dai Paesi Ue e collettivamente attraverso lo strumento europeo per la pace.

Considerando come quasi 6,5 milioni di cittadini ucraini sono stati sfollati all'interno del paese e oltre 4 milioni sono fuggiti nei paesi vicini, i deputati chiedono corridoi umanitari sicuri per evacuare i civili in fuga dai bombardamenti e il potenziamenti delle reti di aiuti umanitari dell'Ue in Ucraina.

Infine, i deputati condannano fermamente la retorica russa che evoca un possibile ricorso all'uso di armi di distruzione di massa e sottolinea che tale spiegamento sarebbe inaccettabile e darebbe luogo a gravissime conseguenze.

«Ultima chance per fuggire dall'Est del Paese»

«Ultima chance» per fuggire dall'Est dell'Ucraina, dove si sta concentrando l'offensiva russa. A lanciare l'allarme sono state le autorità locali di Kiev. Già ieri il ministro per la reintegrazione dei territori occupati dell'Ucraina, Iryna Vereschchuk, aveva invitato i residenti di tre regioni orientali ad evacuare immediatamente, indicando le aree di Lugansk, Donetsk e parte della regione di Kharkiv.

Proprio a Kharkiv Oleh Synehubov, governatore dell'Oblast di Kharkiv citato da The Kyiv Independent, ha detto che le truppe russe hanno bombardato le infrastrutture civili 48 volte nelle ultime 24 ore. Tre persone sono state uccise nella città di Balakliya.

L'Eurocamera chiede dei corridoi sicuri per i minori

Corridoi sicuri per i minori in fuga dall'Ucraina e assistenza per gli sfollati interni o impossibilitati a lasciare le zone sotto assedio. È quanto chiede il Parlamento europeo in una risoluzione adottata con 509 voti favorevoli, 3 contrari e 47 astensioni. Nel testo si afferma che «ogni minore ha il diritto di essere protetto dalla violenza, dallo sfruttamento e dagli abusi» e si invita i paesi Ue a proteggere i minori dal rischio di traffico, adozione illegale e altri tipi di abuso.

Gli eurodeputati raccomandano che alle frontiere siano presenti dei responsabili della protezione dei minori, e che gli Stati garantiscano il sostegno psicosociale e alla salute materna, la protezione contro la violenza di genere, il rintracciamento della famiglia e il sostegno al ricongiungimento familiare. Nella risoluzione si chiede inoltre la nomina di un tutore per i minori non accompagnati. I paesi ospitanti sono chiamati a garantire l'accesso all'istruzione e alla sanità per i minori in fuga dall'Ucraina alle stesse condizioni previste per i bambini nei paesi ospitanti.

Gli eurodeputati chiedono infine meccanismi di ricollocazione che diano priorità al ricongiungimento familiare e alla ricollocazione dei minori vulnerabili. Nel testo infine, si invitano i Paesi Ue a fare buon uso dei fondi europei a disposizione, e la Commissione ed il Consiglio a fornire, se necessario, risorse aggiuntive. Secondo l'Unicef, quasi la metà dei più di 4 milioni di rifugiati fuggiti dall'Ucraina sono minori e hanno bisogno di maggiore protezione poiché corrono il rischio di rimanere coinvolti nel traffico e nello sfruttamento.

«Massacri sistematici»

Intanto Boris Johnson ha accusato le forze russe in Ucraina di essere responsabili di «un massacro sistematico di persone innocenti», ma non è tornato a evocare il sospetto di qualcosa di molto «vicino al genocidio», così come aveva fatto ieri – primo leader occidentale a usare esplicitamente questa parola – commentando quanto denunciato a Bucha e in altre località.

Incalzato dai giornalisti nella centrale nucleare di Hinkley Point C, dove è in corso la realizzazione di un nuovo reattore, in occasione del lancio della «nuova strategia energetica» britannica, il primo ministro Tory ha poi affermato che il mondo è schierato «massicciamente dalla parte» degli ucraini; mentre ha rivendicato il nuovo pacchetto di sanzioni in vigore già da oggi sull'isola contro Mosca, aggiungendo che il suo governo sta pure «certamente valutando quale ulteriore assistenza militare» poter fornire a Kiev.

Quanto alla svolta sull'energia, con il rilancio del nucleare, Boris Johnson ha ammesso che essa non potrà avere effetti immediati sul caro bollette; ma ha ribadito che l'obiettivo è quello di non esporsi più «agli errori del passato» sulla dipendenza da gas o petrolio stranieri, di «non farsi ricattare da gente come Vladimir Putin».

Dopo Mariupol, ora rischia Odessa

Mariupol «era una città di mezzo milione e ci sono ancora circa 100'000 persone. Ma non c'è praticamente nessun edificio integro. La stragrande maggioranza degli edifici della città è completamente distrutta. L'esercito russo ha distrutto tutto: ospedali, ospedali per la maternità, condomini e il teatro cittadino, dove i civili si nascondevano dalle bombe. Mariupol è quasi distrutta».

Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un intervento al Parlamento greco. Oggi, ha aggiunto, la Russia potrebbe tentare di distruggere Odessa: «Dobbiamo salvare Odessa dalla distruzione subita da Mariupol».

L'accusa di Kiev contro l'Ungheria

L'Ungheria «aiuta Putin» nella guerra contro l'Ucraina. È l'accusa che Kiev rivolge a Budapest dopo che si è detta pronta ad acquistare il gas russo in rubli. «Budapest è passata alla tappa successiva: aiutare Putin a continuare la sua aggressione contro l'Ucraina», ha affermato in un comunicato il portavoce del ministero degli esteri ucraino Oleg Nikolenko, sostenendo che l'Ungheria con questa posizione «distrugge l'unità dell'Ue»

«Riteniamo che questa dichiarazione di disponibilità a pagare per il gas russo in rubli sia una posizione poco amichevole verso il nostro Stato. Tali dichiarazioni contraddicono anche la posizione consolidata dell'Unione europea», ha dichiarato il ministero degli Esteri ucraino secondo l'agenzia di stampa Afp.

Secondo Kiev, inoltre, «le proposte di svolgere colloqui di pace tra Ucraina e Russia a Budapest appaiono ciniche». «Se l'Ungheria vuole realmente aiutare a mettere fine alla guerra – prosegue il governo di Kiev – ecco cosa fare: smettere di distruggere l'unità nell'Ue, sostenere nuove sanzioni contro la Russia, fornire assistenza militare all'Ucraina e non creare fonti aggiuntive di finanziamento per la macchia militare russa».

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