Dopo le accuse Voice of Europe: «Non siamo finanziati da Mosca»

SDA

1.4.2024 - 16:41

La piattaforma Voice of Europe ha definito le azioni dell'amministrazione di Petr Fiala, il primo ministro della Reppublica Ceca, come "autoritarie". (Foto d'archivio)
La piattaforma Voice of Europe ha definito le azioni dell'amministrazione di Petr Fiala, il primo ministro della Reppublica Ceca, come "autoritarie". (Foto d'archivio)
Keystone

«Noi di Voice of Europe non ci lasceremo intimidire dalla violenza dei globalisti e non ci piegheremo a questa caccia alle streghe che ricorda i giorni più bui del maccartismo».

Lo scrive su X la testata accusata di essere cinghia di trasmissione della propaganda russa in Europa. «Quello che abbiamo visto nel blitz dei media globalisti negli ultimi giorni sono speculazioni selvagge e accuse assurde rivolte al nostro sito, tra cui la fantasia che siamo 'finanziati e diretti da Mosca' e che abbiamo 'pagato i parlamentari europei per diffondere narrazioni pro-russe'».

«La nostra testata giornalistica è orgogliosa di fornire una piattaforma che consente a qualsiasi politico o pensatore europeo di esprimere liberamente i propri punti di vista e le proprie opinioni», aggiunge Voice of Europe.

«I nostri giornalisti, redattori e dirigenti sono persone rispettose della legge e non hanno visto alcuna dichiarazione da parte delle autorità ceche che spieghi la loro strana decisione di metterci a tacere a tutti gli effetti», aggiunge riferendosi alle rivelazioni giunte dal Security information service (Bis) ceco su una rete organizzata dalla Russia che avrebbe cercato di influenzare le elezioni del Parlamento Ue in diversi Paesi.

«Il fatto che gli artefici di questo imbroglio non abbiano fornito alcuna prova concreta a sostegno delle loro affermazioni ci fa pensare – aggiunge – che volessero semplicemente mettere a tacere una piattaforma di notizie critica nei confronti dei loro punti di vista e della loro agenda globalista, e per di più aperta a opinioni e prospettive alternative».

Privati del diritto a un processo equo

«Con le sue azioni autoritarie, l'amministrazione Fiala – quella di Petr Fiala, il primo ministro della Reppublica Ceca, ndr – ci ha privato del diritto a un processo equo e ha creato un pericoloso precedente nelle relazioni tra governo e media all'interno dell'Unione Europea», prosegue la piattaforma. «Sì, oggi siamo noi a essere presi di mira, ma domani potrebbero essere Deutschland-Kurier, Valeurs Actuelles, Junge Freiheit, Epoch Times, Tucker Carlson, Breitbart e poi forse Elon Musk e Twitter/X, oltre a chiunque altro Fiala e i suoi partner globalisti possano trovare pericoloso».

«Noi reagiremo. E andremo avanti. Ci vorrà un po' di tempo per ripristinare il corretto funzionamento del nostro sito, ma i nostri account sui social network sono di nuovo attivi. E cause legali contro il governo ceco sono in arrivo».