ROMA
Il produttore Fabrizio Lombardo, ex capo di Miramax Italia, si dichiara "sorpreso" e "amareggiato". È tirato in ballo nel caso del predatore seriale Harvey Weinstein da Asia Argento, vittima dei suoi ricatti sessuali.
Ma lui, consigliato dall'avvocato Bruno Dalla Ragione, smentisce e si riserva di agire contro l'attrice e contro i media che riprendono o pubblicano "dichiarazioni e notizie false e soprattutto non verificate".
"La notizia che avrei accompagnato Asia Argento presso la suite del signor Weinstein in un noto albergo mi sorprende e mi amareggia in quanto non vera ed evidentemente frutto di un ricordo lontano e distorto. Ricordo perfettamente - dice, attraverso il legale, Lombardo che fu referente Miramax in Italia tra il 1999 e il 2004 - che la signora Asia Argento mi fu presentata proprio dal signor Weinstein a Cannes, che già la conosceva. Non sono al corrente della vita personale del signor Weinstein e della signora Asia Argento, i cui rapporti nel corso delle rarissime occasioni in cui li ho visti insieme, negli anni successivi, mi sono sempre apparsi sereni e cordiali".
Lombardo considera "lesive" della propria professionalità le illazioni fatte sul suo ruolo professionale, ricordando tante produzioni in Italia della casa di produzione statunitense, quali, tra l'altro, pellicole come "Malena", "Gangs of New York", "Pinocchio", "Heaven" e l'acquisizione di titoli come "La meglio gioventù", "Io non ho paura", "La stanza del figlio" e molti altri.
"Sono dunque gli stessi fatti a smentire che il sottoscritto non avesse esperienza sufficiente nel campo cinematografico per ricoprire tale ruolo dirigenziale. Pertanto viene meno qualsiasi altra illazione sulle motivazioni dell'apertura di un ufficio a Roma e sull'effettivo ruolo da me svolto per la Miramax, tutt'altro che apparente, avendo invece contribuito al successo della stessa Miramax in quegli anni", conclude.
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