UltradestraWilders: «Non ho il sostegno per diventare premier olandese»
SDA
13.3.2024 - 19:37
Il leader dell'ultradestra olandese Geert Wilders, vincitore delle elezioni politiche dello scorso 22 novembre, annuncia di non avere il sostegno di tutti i partiti di coalizione per diventare primo ministro.
Keystone-SDA
13.03.2024, 19:37
13.03.2024, 20:39
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«Posso diventare premier solo se tutti i partiti della coalizione mi sostengono. Non è stato così», scrive Wilders su X, ribadendo la sua volontà di formare «un governo di destra».
I negoziati tra il Pvv di Wilders, i liberali di destra (Vvd), il Nuovo Movimento Sociale (Nsc) e il Movimento dei contadini (Bbb) andranno comunque avanti per formare il nuovo esecutivo.
Per capirci qualcosa occorre riavvolgere il nastro. Le elezioni dello scorso 22 novembre non hanno prodotto una maggioranza chiara alle urne. Il Pvv di Wilders, i liberali di destra (Vvd) di Dilan Yeşilgöz, il Nuovo Movimento Sociale (Nsc) dell'outsider Pieter Omtzigt e il Movimento dei contadini (Bbb) guidato da Caroline van der Plas hanno allora deciso di provare a trovare un'intesa fra loro per esprimere una coalizione di governo.
Si prevedono negoziati
Circa quattro mesi dopo, arriva l'harakiri dei leader. Si prevede ora che i quattro partiti cominceranno a negoziare i termini di un gabinetto extraparlamentare. I loro leader dovranno poi decidere come definirlo e in che misura i ministri e i segretari di Stato saranno esterni alla politica: l'aspettativa – riportano diversi media olandesi – è che lavorino insieme per assemblare un accordo di coalizione conciso, a differenza del passato.
Kim Putters, il laburista proposto dallo stesso Wilders come mediatore tra i partiti e capo dei negoziatori, rivelerà tutti i dettagli sullo stato attuale dei colloqui in una relazione al Parlamento, prevista per domani. Siccome però quando c'è grossa crisi è un attimo che il «king maker» diventa king e basta, già circolano le voci che possa essere proprio Putters la figura terza (quasi un tecnico) a cui si affiderebbero i quattro partiti per formare il governo. Il che sarebbe un paradosso.
Il toto-nomi non si ferma ad ogni modo qui. Alcuni menzionano, come papabile successore di Rutte, Ronald Plasterk, l'ex politico laburista che ha guidato l'ultima tornata di colloqui; altri preferirebbero Johan Remkes, il pontiere che ha reso possibile la nascita del Rutte quater. Si vedrà. Anche perché la via verso l'intesa non è scontata.
Sebbene i quattro partiti formino una maggioranza nella Tweede Kamer, la camera bassa del Parlamento olandese, sono nettamente divisi su molte questioni (il Pvv detiene 37 seggi, il Vvd ne ha 24, l'Nsc ne ha 20 e il Bbb ne aggiunge 7, portando il totale a 88 su 150 seggi). Di certo c'è che se davvero si arriverà ad un gabinetto extraparlamentare, come aveva chiesto fin da subito Omtzigt, la Tweede Kamer avrà maggiore influenza sull'agenda e sulle posizioni del governo nazionale. L'ultra destra si ritroverà dunque la museruola.