È cominciato oggi un raro quanto tanto atteso scambio di prigionieri, mediato dall'Onu e realizzato dal Comitato internazionale della Croce Rossa, tra le parti coinvolte nel conflitto in Yemen.
Lo riferiscono media panarabi a conferma di quanto annunciato dalla Croce Rossa.
Lo scambio di circa mille prigionieri tra insorti Huthi, vicini all'Iran, e forze lealiste appoggiate dall'Arabia Saudita, è il risultato di un accordo raggiunto il mese scorso in Svezia grazie al lavoro dell'inviato speciale dell'Onu per lo Yemen Martin Griffiths. Si tratta del più significativo scambio di prigionieri dall'inizio del conflitto nel 2014.
Un primo aereo, con a bordo prigionieri della Coalizione araba a guida saudita, è partito stamani dall'aeroporto della capitale yemenita Sanaa, controllata dagli Huthi, ed è diretto nella città saudita di Abha. Un altro velivolo, con a bordo prigionieri Huthi, partirà da Abha in direzione della città yemenita di Seiyun, controllata dagli insorti filo-iraniani.
Due anni fa in Svezia erano stati raggiunti una serie di accordi tra le parti tra cui la liberazione in tutto di 15mila prigionieri di guerra. Ma da allora si sono verificati soltanto rari scambi e numerosi incidenti di percorso.
Il maggiore di questi è stato quando circa 240 sostenitori degli Huthi sono rimasti bloccati in Oman dove erano stati trasferiti per ricevere cure mediche nell'ambito degli sforzi Onu di stabilire fiducia tra le parti.
Ma quei 240 yemeniti erano poi rimasti bloccati in Oman per ragioni politiche, a causa di pressioni da parte dell'Arabia Saudita. Ma sono stati scambiati nelle ultime ore con il rilascio, da parte degli Huthi, di due cittadini statunitensi – rispettivamente da tre e un anno ostaggi degli insorti – e la consegna, sempre agli Stati Uniti, della salma di un terzo cittadino americano morto in prigionia in Yemen.
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