Negli ultimi negoziati è emerso «un approccio fondamentalmente diverso» da parte di Mosca, che prima non faceva altro che «porre ultimatum», mentre ora «si è cominciato a parlare».
Keystone-SDA
12.03.2022, 18:33
SDA
Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una conferenza stampa a Kiev, aggiungendo di essere «contento di avere un segnale dalla Russia», in riferimento ai «progressi» nei colloqui evocati ieri da Vladimir Putin. Russia e Ucraina stanno tenendo nuovi colloqui in videoconferenza, ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato da Interfax.
«Questa guerra non è stata iniziata da noi, questa è l'invasione cinica e crudele da parte della Russia, è la guerra contro il popolo ucraino», ha affermato invece Zelensky, intervenendo in collegamento video con la manifestazione di Eurocities a Firenze.
«Questa guerra non è solo contro il nostro popolo ucraino, ma è contro i nostri valori, contro il nostro modo di vivere». Zelensky ha chiesto di ricordare «i 79 bambini uccisi dalla guerra, 79 famiglie distrutte, Dobbiamo fare in modo che questo numero non aumenti e che nessuno lo dimentichi».
Secondo il presidente, circa 1.300 soldati ucraini sono stati uccisi finora e 500-600 soldati russi fatti prigionieri.
I leader europei incalzano Putin
Olaf Scholz e Emmanuel Macron, in una telefonata, hanno incalzato Vladimir Putin, chiedendo una tregua immediata in Ucraina. In 75 minuti, i due leader hanno anche chiesto «l'inizio di una soluzione diplomatica del conflitto».
Macron ha chiesto a Putin di «togliere l'assedio» a Mariupol, dove la situazione è «umanamente insostenibile». Nella telefonata Putin ha accusato le forze di Kiev di «flagranti violazioni» del diritto internazionale umanitario.
Joe Biden ha autorizzato il Dipartimento di Stato a fornire ulteriori aiuti all'Ucraina fino a 200 milioni di dollari. I fondi serviranno per le apparecchiature e i servizi militari, l'istruzione e l'addestramento degli ucraini.
La Stazione Spaziale Internazionale fuori pericolo
Nessun rischio in vista per la Stazione Spaziale Internazionale, ben posizionata sull'orbita prestabilita a circa 400 chilometri dalla superficie terrestre, grazie ad una manovra di routine fatta dalla navetta cargo russa Progress. Nessun timore che possa precipitare, secondo l'esperto di meccanica celeste Jonathan Mc Dowell.
A paventare il rischio di una Stazione in caduta libera verso la Terra era stato Dmitry Rogozin, direttore generale dell'Agenzia spaziale russa Roscosmos, secondo cui, a causa delle sanzioni, la Russia non avrebbe più potuto assicurare l'arrivo delle navette cargo Progress, che, oltre a consegnare periodicamente materiali e rifornimenti, hanno il compito fondamentale di accendere periodicamente i loro motori per mantenere la Stazione Spaziale sulla sua orbita corretta.