Ticino A rischio il nuovo Palazzo di giustizia a Lugano

SwissTXT / pab

27.4.2021

Lo stabile disegnato da Mario Botta
Lo stabile disegnato da Mario Botta
Ti-Press

Rischia di saltare l'acquisto dello stabile EFG a Lugano da parte del Cantone. Acquisto, dal costo di 80 milioni, proposto dal Governo per centralizzare gran parte della giustizia ticinese nello stabile disegnato da Mario Botta.

Dopo oltre un anno di discussioni, come riporta la RSI, in Commissione della Gestione non si è riusciti a trovare un accordo fra le varie forze politiche.

Secondo la proposta del Consiglio di Stato, nello stabile verrebbero concentrate le autorità giudiziarie, come il Tribunale penale o quello d'appello, e i servizi amministrativi del luganese, come l'Ufficio dello Stato civile.

Nell'attuale Palazzo di Giustizia, che dovrebbe venir ristrutturato, troverebbero invece casa le autorità inquirenti, come il Ministero pubblico, la Polizia cantonale o la Magistratura dei minorenni e altri uffici, come quello del Registro fondiario.

La maggioranza dei partiti non è d'accordo

La maggioranza dei partiti non è però d'accordo, come spiega il presidente della Gestione Matteo Quadranti (PLR), anche se per ragioni diverse: «Alcuni sono contrari alla centralizzazione della giustizia a Lugano. Il secondo tema è il costo complessivo che con acquisto più sistemazione arriva a 230 milioni. Infine i due stabili avrebbero superfici in esubero».

Finora l'unico partito favorevole all'intero progetto, seppur a determinate condizioni, è però il PLR (con parte della Lega). E ora? Due le ipotesi sul tavolo. La prima è quella di due rapporti, uno di maggioranza e uno di minoranza.

«La maggioranza sembra propendere per bocciare la richiesta di credito per acquistare l'immobile, la minoranza invece è a favore. L'altra ipotesi è quella di comunicare la situazione attuale al Governo chiedendogli se non pensa di evitare di andare in aula e di presentare un nuovo messaggio», aggiunge Quadranti.

Gobbi: «Un no sarebbe un problema, un piano B non esiste»

Entrambe le ipotesi farebbero però affossare il progetto difeso dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, che precisa che un «no» sarebbe un problema per chi dovrebbe occupare gli spazi dello stabile EFG: «Hanno da tempo bisogno di spazio e di una soluzione definitiva dal punto di vista logistico», spiega il ministro ai microfoni della RSI.

E un «piano B» non esiste: «Siamo arrivati a questa soluzione dopo un lungo percorso di analisi - prosegue - che ha voluto confermare la presenza dei servizi in centro città. E questa soluzione ha raccolto l'adesione di tutte le autorità giudiziarie coinvolte».

Una decisione definitiva, auspica infine il presidente della Gestione Matteo Quadranti, dovrebbe essere presa martedì prossimo.