Berna-Roma Accordo sulla fiscalità dei frontalieri contestato in Italia

SwissTXT / pab

30.1.2021

Anche per chi intende contestarlo riconosce che il nuovo accordo è migliore di quello del 2015
Anche per chi intende contestarlo riconosce che il nuovo accordo è migliore di quello del 2015
Ti-Press

Il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri siglato da Berna e Roma poco prima di Natale non avrà vita facile.

Da un lato perché quanto sta avvenendo a Roma ne mette in forse l'approvazione da parte del Parlamento italiano. Dall'altro perché, anche se ottenesse il via libera, in Italia sarà contestato tramite ricorso. Ad annunciarlo è stato l'ex senatore leghista valtellinese Jonny Crosio, come riferito venerdì sera dalle Voci del Grigioni italiano della RSI.

Nel suo intervento Crosio, architetto di Dubino con studio a Locarno, ha assicurato che appena dopo la sua eventuale ratifica, il testo sarà impugnato davanti alla Corte costituzionale. Ciò poiché, ha sottolineato, presenta diverse criticità, prima fra tutte il fatto che non garantisce parità di trattamento ai lavoratori italiani attivi in Svizzera.

«I nuovi frontalieri saranno penalizzati»

Un problema di natura etica, ma non solo. «Andremmo a mettere sulla carta il fatto che due persone che lavorano nello stesso luogo, che provengono dallo stesso luogo, che fanno lo stesso lavoro hanno due trattamenti economici diversi - ha spiegato ai microfoni della RSI -. I vecchi frontalieri avranno una tassazione, a questo punto, agevolata, mentre i nuovi frontalieri saranno penalizzati. I tribunali dovranno sicuramente dire la loro».

La nuova versione dell'intesa, raggiunta per superare l'accordo del 1974, interessa in primo luogo il Ticino dove sono attivi all'incirca 70'000 frontalieri italiani, ma anche i Grigioni dove lavorano all'incirca 3'000 lombardi, dei quali oltre la metà impiegati in Val Bregaglia e in Val Poschiavo.

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