Rilancio dello scaloAeroporto di Lugano: avanti con due gruppi locali
SwissTXT / pab
28.1.2021
Per il rilancio dell'aeroporto di Lugano, il Municipio ha scelto di proseguire con due dei sei gruppi privati che ha ritenuto rispondere meglio ai requisiti richiesti.
Si tratta dei due gruppi locali: gli Amici dell’aeroporto (il capofila è Sir Lindsay Owen-Jones, c'è la famiglia Bonomi e il rappresentante è l’avvocato Giovanna Masoni Brenni) e il gruppo Artioli/Marrending (i referenti sono Rolf Marending, Stefano Artioli, Massimo Malgorani e l’avvocato Oscar Crameri).
Ora l'Esecucito comunale preparerà il messaggio e avvierà le discussioni con i due «finalisti». L'obiettivo è quello di scoprire se è possibile trovare sinergie tra le due proposte. «Gli altri, per diversi motivi, risultavano un po’ meno preferibili», ha spiegato il sindaco della Città Marco Borradori ai microfoni della RSI.
Gestione e investimenti
Andranno poi finalizzati i due contratti: quello per il diritto di superficie e quello di cessione della concessione federale.
«Il Municipio cerca qualcuno che gestisca lo scalo e che possa mettere sul tavolo gli investimenti per il suo sviluppo. Non solo: deve lasciare aperta la porta a eventuali compagnie che vogliono volare su Lugano. L’aeroporto è sul territorio di tre comuni, per cui ci siamo dovuti assicurare che i tre progetti siano compatibili con il «piano settoriale», quindi con quanto già previsto per lo scalo», ha spiegato dal canto suo il municipale Michele Foletti.
Lugano voleva anche sapere esattamente chi erano i partner e da dove provenivano i soldi. C’è stata una sovrapposizione perfetta tra i gruppi che hanno dato una sicurezza finanziaria e che hanno dato una solidità tecnica. «Non c’è il gruppo perfetto: c’è del buono in entrambi i progetti, ma ci sono anche lacune in entrambi i progetti. Ora è compito delle future negoziazioni andare a risolvere le mancanze», ha aggiunto Foletti.
«I due progetti, dal profilo strategico, sono diametralmente opposti. Per cui ci danno una visione diversa del futuro dello scalo. Volevamo quindi portarli avanti per veder dove si poteva arrivare», ha concluso Borradori.