L'incidente, scrive la RSI, ha riportato al centro dell'attenzione la questione della sicurezza di chi pedala sulle nostre strade. Il numero di infortuni è stabile, fra i 3'300 e i 3'500 di media o grave entità ogni anno in Svizzera, secondo il delegato per la prevenzione Pascal Agostinetti, mentre per il Ticino non ci sono dati precisi.
Le piste ciclabili - idealmente completamente separate dal campo stradale - sono però migliorabili: dove una netta divisione non è possibile «bisognerebbe prendere altre misure come le zone a velocità limitata per gli altri utenti», spiega Agostinetti ai microfoni della RSI.
Ticino in ritardo per la mobilità ciclistica
In questo senso a Lugano si attendono i 30 km/h sul lungolago, ma la città figura al momento agli ultimi ranghi nazionali per quanto riguarda la mobilità ciclistica e un po' tutto il Ticino è in ritardo rispetto al resto del paese.
«Ci sono strade cantonali - ricorda Marco Vitali di Pro Velo - dove i ciclisti sono molto esposti, come la Melide-Paradiso per la quale chiediamo il limite di 50 km/h».
La Piodella, rispetto ad altre, era giudicata piuttosto sicura, «con due corsie piuttosto ben definite».