Inchieste che hanno fatto emergere come per anni numerose imprese attive nel settore della costruzione si fossero accordate per fissare i prezzi delle offerte e chi si sarebbe aggiudicato le commesse pubbliche e private
«Naturalmente mi fa male dover constatare che sono di nuovo emersi sospetti relativi ad accordi», ha commentato il direttore del Dipartimento infrastrutture grigionese ai microfoni della RSI. «Mi rammarico molto di questo fatto perché pensavo che avessimo imparato tutti da questa storia spiacevole».
«La situazione, rispetto a 5-10 anni fa, è cambiata»
La segnalazione di possibili irregolarità alla COMCO è partita da Coira, come ribadisce Cavigelli: «I collaboratori del Cantone hanno ovviamente imparato dal passato, già dalle prime indagini della Commissione della concorrenza sui problemi creati dagli impresari del Grigioni tedescofono, abbiamo quindi implementato e migliorato diversi strumenti. Nei processi di aggiudicazione, ad esempio, abbiamo delle liste di controllo per rilevare indizi di accordi. Abbiamo inoltre un sistema di monitoraggio dei prezzi, un servizio di riferimento per la segnalazione di accordi in materia di appalti e abbiamo spinto notevolmente sulla formazione del personale. La situazione, se paragonata a quella di 5-10 anni fa, è radicalmente cambiata perché il Cantone non può tollerare i cartelli».
Questa nuova inchiesta, che riguarda fatti recentissimi e quindi non ha niente a che vedere con le precedenti, riferite a fatti avvenuti tra il 2004 e il 2012, non porterà a un blocco generalizzato dei lavori pubblici nella Regione Moesa, anche se ci saranno dei ritardi.
«Constatato che è necessario interrompere alcune procedure di aggiudicazione dell’Ufficio tecnico del Moesano, il prossimo passo sarà quello di fare chiarezza su quanto successo in valle, poi seguiranno le decisioni conseguenti», conclude il ministro retico.