Ticino/SvizzeraBellinzona scrive a Berna per un'educazione non violenta
SwissTXT / sam
23.9.2021
Sberle, sculacciate, ma anche minacce e umiliazioni. Il 7% dei bambini in Svizzera incorre in punizioni corporali.
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23.09.2021, 22:52
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E se il 4,4% dei genitori ha ammesso di ricorrere regolarmente alla violenza fisica (una percentuale che sale addirittura al 23,2% per le punizioni psicologiche), a livello nazionale, in media, in quasi ogni classe scolastica c'è un bambino vittima di punizioni corporali.
Così, per prevenire ogni forma di violenza in questo ambito, il Consiglio di Stato ticinese ha chiesto al Consiglio federale di intervenire e ha scritto a Berna, affinché si introduca nella legge il diritto esplicito a un'educazione non violenta.
Una mozione in tal senso già nel 2020
Nel maggio 2018 gli organizzatori della Conferenza internazionale «Pour mieux protéger les enfants en Suisse: Interdire les châtiments corporels?» hanno lanciato un appello indirizzato alla società civile e alle autorità politiche – Appello di Berna «Interdiction esplicite, inscrite dans le Code civil suisse de tous les châtiments corporels et autres formes de traitements dégradants à l’encontre des enfants» –, che ritiene urgente iscrivere nel Codice civile delle normative che proibiscano in maniera incondizionata tutte le punizioni corporali e altre forme di violenza.
Nel novembre 2020 alcuni deputati del Gran Consiglio hanno lanciato una mozione che chiedeva in particolare al Consiglio di Stato di inoltrare alle Autorità federali la richiesta di adesione al citato Appello.
Il 5 maggio 2021 il Consiglio di Stato ha quindi licenziato un Messaggio con il quale invitava il Gran Consiglio ad accogliere gli intendimenti della mozione e il 21 giugno il Gran Consiglio ha approvato la richiesta dei mozionanti invitando il Consiglio di Stato a procedere nel senso indicato.
Con la lettera inviata ieri al Consiglio federale il Consiglio di Stato dà seguito alla decisione del Parlamento cantonale, chiedendo di sottoscrivere l’Appello di Berna e dare così avvio all’iter per le modifiche legislative necessarie per il raggiungimento degli obiettivi indicati.
«Un segnale inequivocabile contro ogni forma di punizione corporale»
Nel merito delle tematiche relative alla protezione dei minori, ricordiamo che in Ticino è in fase di allestimento il Programma cantonale di promozione dei diritti dei bambini, di prevenzione della violenza e di protezione di infanzia e gioventù (0-25 anni), per il periodo 2021-24, che promuove la sensibilizzazione a un’educazione impostata sul buon trattamento e che escluda il ricorso a ogni forma di violenza, tra cui le punizioni corporali.
A oltre 30 anni dall’approvazione della Convenzione sui diritti del fanciullo da parte dell’Assemblea generale dell’ONU, il Consiglio di Stato intende così lanciare un segnale inequivocabile contro ogni forma di punizione corporale, confermando la volontà di profilarsi come Cantone particolarmente attento alla tematica dei diritti del bambino.